"RIFORME INDISPENSABILI PER LA CRESCITA"
"RIFORME INDISPENSABILI PER LA CRESCITA"
Draghi: “Riforme indispensabili per la crescita”
Federalismo, liberalizzazioni, formazione del capitale umano e potenziamento delle infrastrutture. Sono queste, per il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, le linee principali su cui dovrà fondarsi l'azione riformatrice del Governo se vorrà garantire all'Italia un solido ritorno alla crescita. Nel dettaglio, ha sottolineato Draghi nelle sue Considerazioni finali, “l’attuazione del federalismo fiscale dovrà contribuire al contenimento della spesa; creando uno stretto collegamento tra le decisioni di spesa e di prelievo, esso può determinare, senza rinunciare al principio di solidarietà, una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche”. Per questo motivo, “nella riforma varata dal Parlamento - ha avvertito - è cruciale il passaggio dal criterio della spesa storica a quello dei costi standard nell’attribuzione delle risorse agli enti decentrati. Il riferimento alla spesa storica ha finora concorso a irrigidire il bilancio pubblico, determinando meccanismi inerziali nella dinamica della spesa”. In secondo luogo, sarà cruciale il ruolo della pubblica amministrazione ed, in particolare, il suo grado “di misurazione e trasparenza dell’operato”. “La loro efficacia – ha detto Draghi - dipenderà dal disegno dei sistemi di valutazione e dalle concrete regole organizzative. Progressi sono stati compiuti nella semplificazione e nel riordino della normativa e nella riduzione degli adempimenti burocratici, in particolare per l’avvio d'impresa”. Per il numero uno della Banca d'Italia bisogna puntare anche sulla formazione. “E’ necessario – ha aggiunto Draghi - elevare la qualità e quantità del capitale umano e delle infrastrutture fisiche. Sull'urgenza di accrescere i livelli di apprendimento nella scuola e nelle università mi sono soffermato lo scorso anno; gli sforzi di riforma in quest'area devono proseguire e intensificarsi”. Altro punto cardine dell'azione riformatrice dovrà passare anche attraverso le infrastrutture che rappresentano “un fattore cruciale per la competitività”. “Il divario tra la dotazione infrastrutturale dell'Italia e quella media degli altri principali paesi dell'Unione europea –ha detto - è più che triplicato negli ultimi vent’anni. Nelle grandi opere la mancata individuazione delle priorità di lungo periodo ha generato discontinuità e dispersione dei finanziamenti su una molteplicità di lavori: il numero di infrastrutture strategiche prioritarie e' passato dagli originali 21 progetti a oltre 200”. “I tempi e i costi di completamento delle linee ferroviarie ad alta velocità, di ampliamento delle autostrade, ma anche di brevi raccordi e passanti -osserva Draghi- sono largamente superiori a quelli degli altri paesi europei: in Italia un chilometro di autostrada può costare più del doppio che in Francia o in Spagna. Ne sono causa l'incerta attribuzione delle competenze tra il livello decisionale nazionale e quello regionale, carenze nelle valutazioni ex-ante e nei rendiconti, continui cambiamenti di progetto. Difetti normativi limitano il ricorso al project financing”. Non ultime le liberalizzazioni il cui processo intrapreso negli anni passati, per il Governatore, “non deve fermarsi o recedere”. Nei paesi in cui i servizi sono meno liberalizzati, osserva, “le difficoltà di sviluppo dei settori tecnologicamente avanzati sono maggiori. Il caso dei servizi pubblici locali e' esemplare di quanto la mancanza di una regolazione affidata a soggetti competenti e indipendenti dai gestori possa generare inefficienze e costi più alti per i consumatori”.