1) SANGALLI: "UNA RISORSA PREZIOSA CHE IL PAESE DEVE VALORIZZARE"

1) SANGALLI: "UNA RISORSA PREZIOSA CHE IL PAESE DEVE VALORIZZARE"

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11 novembre 2008
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Sangalli: “una risorsa preziosa che il Paese deve valorizzare”

 

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è intervenuto a Roma ai lavori del meeting internazionale “50&Più La forza degli anni", organizzato da 50&Più Fenacom. Sangalli ha sottolineato l’importanza dell’evento definendolo “unico per le dimensioni della partecipazione, come testimonia la grande platea qui oggi  presente, proveniente da tutta Italia, e anche dall’estero, per capire, per stare insieme, per fare”.

Il presidente di Confcommercio ha quindi ricordato l’importanza di 50 & Più Fenacom “che è una parte di noi, di Confcommercio, ed è una parte senza la quale la stessa Confcommercio non sarebbe come è. Senza 50 & Più, Confcommercio non potrebbe essere quella casa dove ogni imprenditore del commercio, del turismo dei servizi e delle professioni può trovare le risposte che cerca, in ogni fase della sua vita”. Infatti, secondo Sangalli, “lo scenario presentato dal rapporto Essere Anziano Oggi fotografa una società in cui l’età della pensione non coincide più con la tappa finale dell’esistenza attiva di un individuo, ma al contrario apre nuove possibilità di impegno e di responsabilità. Una responsabilità e una forza vitale che sono risorse preziose per il Paese, e che il Paese ha il dovere di valorizzare e di accompagnare, sia per un doveroso riconoscimento di quanto ciascuno di voi ha dato fin’ora e chi ha dedicato la sua vita all’impresa, lo sa, non è certo poco sia nell’interesse della collettività”. “E proprio alla collettività e alle istituzioni – ha proseguito Sangalli - che oggi 50 & Più Fenacom ha lanciato un messaggio, chiaro e forte. Una piattaforma politico – programmatica concreta e circostanziata, ricca di analisi e di proposte, che è difficile non condividere”.

A cominciare, secondo il presidente, “dall’affermazione che il nostro sistema di welfare deve essere ripensato e non smantellato. Perché la situazione e i trend  demografici dell’Italia sono ormai ben definiti: oggi abbiamo un pensionato per ogni lavoratore attivo, mentre 40 anni fa erano uno su quattro; e nei prossimi 40 anni gli ultra 65enni saranno quasi il doppio di quelli attuali”. Dunque, per Sangalli, una situazione che implica ripensamenti sulle scelte da fare, nel breve e medio periodo, in termini di mercato del lavoro, previdenza, sanità e assistenza.

“Bisognerà razionalizzare e ottimizzare le risorse pubbliche da destinare a sanità ed assistenza per gli anziani più fragili (e qui penso ad un federalismo fiscale che sia veramente, come sostiene da sempre Confcommercio, responsabile e solidale al tempo stesso); facilitare, per quella larghissima fetta di popolazione  ancora vitale, il reinserimento nel mondo del lavoro e nella società, eliminando le barriere, legislative e fiscali; valorizzare il ruolo propositivo e di servizio dell’associazionismo, un associazionismo al quale si rivolge il 50% dei pensionati italiani, che è presente in modo capillare sul territorio”. Il presidente di Confcommercio è poi ritornato sul tema della partecipazione attiva: “Non è nella nostra cultura, nel dna di Confcommercio, il lamentarsi senza proporre perché sappiamo che ognuno di noi, ciascuno nel proprio ruolo e nel proprio ambito, debba sempre mettersi in gioco, per il proprio benessere e per quello della società, dell’economia. Un’economia reale che è fatta di imprese, e nella quale le imprese dei servizi contribuiscono per oltre il 40% al Pil e all’occupazione”.

“Una società, quella italiana – ha aggiunto Sangalli - che ha bisogno, ora più che mai, in questa difficile fase per l’economia, del contributo di tutti e di uno sforzo collettivo. Uno sforzo, ad esempio, che veda affrontare una volta per tutte il problema delle pensioni, pensioni troppo magre ma anche troppo precoci, che costano molto al Paese (ben 15 punti di Pil), ma non aiutano di fatto le famiglie.

Nessuno può tirarsi indietro, e ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità.

La responsabilità della politica di superare le divisioni, dialogare e mettere in campo gli strumenti necessari a far ripartire un Paese fermo, e meno ricco, ma che può e deve risalire la china.

Le responsabilità delle istituzioni di rispondere alle esigenze e alle necessità dei cittadini,  dei lavoratori, delle imprese.

Le responsabilità delle forze sociali, perché la legittima tutela degli interessi di categoria, che è la nostra missione, non può mai essere disgiunta dall’attenzione al contesto nel quale operano le imprese che rappresentiamo e dal confronto, dialettico e costante, con tutti gli altri attori della società.

E a questa chiamata di responsabilità bisogna rispondere ora, tutti insieme, nessuno escluso”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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