2) L'evoluzione del fenomeno criminale in Campania

2) L'evoluzione del fenomeno criminale in Campania

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20 gennaio 2010
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L’EVOLUZIONE DEL FENOMENO CRIMINALE IN CAMPANIA

 

 

 

 

Ricerca a cura di Confcommercio – Format

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Napoli

20 gennaio 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’incidenza della criminalità, nelle sue varie forme, sulla competitività delle piccole e medie imprese è ancora più forte e dirompente in Campania che non nel resto del Paese. L’abusivismo pesa sulla competitività del 31,4% delle Pmi (+6,6% rispetto al dato nazione), la contraffazione commerciale per il 28% (+5,8%) e l’azione della criminalità per 24,3% (+8,7%).

 

Quasi un’impresa su due ritiene che l’effetto più preoccupante della contraffazione sia lo sfruttamento del lavoro nero.

 

A livello nazionale migliora la percezione del livello di sicurezza delle Pmi, mentre in Campania la percentuale delle imprese che si sente meno sicura è più alta.

I soggetti che le Pmi campane sentono “più vicini” al mondo delle imprese sono le forze dell’ordine (36,6%), l’opinione pubblica (26,3%) e il Governo (16%).

 

Le iniziative ritenute più efficaci per ridurre il rischio dei fenomeni criminali sono pene più severe e certezza della pena (92%) e una maggiore collaborazione tra gli imprenditori e le forze dell'ordine sul territorio per affrontare i problemi della sicurezza (90,7%).

 

Questi, in sintesi, i dati principali che emergono dal focus sull’evoluzione del fenomeno criminale in Campania realizzato da Confcommercio in collaborazione con Format-Ricerche di Mercato.

 

 

 

L’impatto dell’azione della criminalità sulla competitività delle imprese della Campania

L’incidenza della criminalità, nelle sue varie forme, sulla competitività delle piccole e medie imprese è ancora più forte e dirompente in Campania che non nel resto del paese. L’abusivismo pesa sulla competitività del 31,4% delle Pmi (+6,6% rispetto al dato nazione), la contraffazione commerciale per il 28% (+5,8%) e l’azione della criminalità per 24,3% (+8,7%).

 

A segnalare l’impatto negativo di questi fenomeni sulla competitività sono in prevalenza le imprese del commercio e del turismo.

 

Gli effetti della contraffazione ritenuti più gravi

Gli effetti più gravi della contraffazione, secondo l’opinione delle Pmi in Campania sono lo sfruttamento del lavoro nero (47,6%), l’incremento del giro d’affari della criminalità organizzata (25,5%), l’alterazione delle regole della concorrenza (25,6%), i rischi per la sicurezza dei consumatori (23,7%), i mancati incassi per lo Stato per via dell’evasione fiscale (15,7%) e il proliferare dell’economia sommersa (11,4%).

 

Il sentiment sul livello di sicurezza per la propria attività

A livello nazionale migliora la percezione del livello di sicurezza delle Pmi, mentre in Campania la percentuale delle imprese che si sente meno sicura è più alta.

In dettaglio, nel 2009 in Campania l’8,7% delle Pmi ritiene di sentirsi più sicuro (-1,9% rispetto al dato nazionale), per il 77,2% il sentiment sulla sicurezza è simile a quello dell’anno precedente (-1%), mentre il 14% delle piccole e medie imprese si sente meno sicuro (+2,8%).

 

Con riferimento ai furti, il livello di sicurezza per la propria attività è complessivamente migliorato per il 9,1% delle Pmi, invariato per il 74,6%, peggiorato per il 16,3%.

 

Quanto alle rapine, il livello di sicurezza per la propria attività è in generale migliorato per il 8% delle piccole e medie imprese, rimasto uguale per il 75,3%, peggiorato per il 16,7%.

 

Sulle estorsioni, il livello di sicurezza per la propria attività è complessivamente migliorato per il 6% delle Pmi, invariato per l’80,9%, peggiorato per il 13%.

 

Quanto all’usura, il livello di sicurezza per la propria attività è complessivamente migliorato per il 6,4%, rimasto uguale per l’80,2%, peggiorato per il 13,4%.

 

Le Pmi che stanno considerando di “cedere” la propria attivita’

Aumentano nel 2009 rispetto al 2008 a livello nazionale le Pmi che nonostante il rischio di subire rapine, furti o estorsioni decidono di non cedere la propria attività e che non prendono neanche in considerazione l’idea di trasferire altrove.

In Campania ben il 5,7% delle Pmi sta considerando l’idea di trasferire o chiudere l’attività, contro l’1,9% della media nazionale e l’1,3% ha già deciso di chiudere o cedere la propria attività, contro lo 0,6% della media Italia.

Questa tendenza risulta più accentuata nelle medie imprese del commercio e del turismo.

 

La fiducia delle imprese

Nel 2009 in Campania il 15,1% delle Pmi dichiara di avere più fiducia (-5% rispetto al dato nazionale), per il 62,3% il livello di fiducia è simile a quello dell’anno precedente (+3,3%) e il 22,6% delle piccole e medie imprese è meno fiducioso (+1,8%).

 

I soggetti che le imprese sentono più vicini e solidali

In Campania i soggetti che le Pmi sentono “più vicini” al mondo delle imprese sono risultati: le forze dell’ordine (36,6%), l’opinione pubblica in generale (26,3%), il Governo (16%), le associazioni di categoria degli imprenditori (15,4%), le amministrazioni locali (11,7%), le associazioni di categoria dei lavoratori (11,3%) ed i mezzi di informazione (8,3%).

 

Iniziative ritenute efficaci contro la criminalità

Le iniziative che le Pmi della Campania ritengono più efficaci per ridurre il rischio degli eventi criminali, quali furti, rapine, estorsioni ed usura sono: pene più severe e certezza della pena (92%), maggiore collaborazione tra gli imprenditori e le forze dell'ordine sul territorio per affrontare i problemi della sicurezza (90,7%), interventi delle forze dell'ordine di tipo preventivo e repressivo (86,1%), maggiore collaborazione tra gli imprenditori e gli enti locali perché questi di adoperino attraverso investimenti sistematici e progetti mirati di riqualificazione per contrastare il degrado urbano (83,4%), misure preventive che possono essere adottate direttamente dalle imprese (es. telecamere, vetrine corazzate, vigilanza privata) (83,3%), controllo dell'immigrazione ed espulsione degli immigrati clandestini (79,7%).

 

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