3) SANGALLI: "MOBILITAZIONE DI TUTTI PER UNA CRESCITA PIÙ ROBUSTA E DI MIGLIORE QUALITÀ"

3) SANGALLI: "MOBILITAZIONE DI TUTTI PER UNA CRESCITA PIÙ ROBUSTA E DI MIGLIORE QUALITÀ"

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22 ottobre 2008
Sangalli: “

Sangalli: “mobilitazione di tutti per una crescita più robusta e di migliore qualità”

 

“Quando, nel mese di marzo ed in occasione del nostro appuntamento di Cernobbio, segnalammo, forse per primi, rischi non marginali di recessione dell’economia italiana nel 2008, non mancò, a commento delle nostre previsioni, qualche autorevole scetticismo. Invece e davvero purtroppo, avevamo visto giusto”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha iniziato il suo intervento in occasione della conferenza stampa indetta dalla Confederazione per fare il punto sulle dinamiche inflazionistiche e sui vari passaggi della filiera agroalimentare.

Cosa c’è dunque che non va, oggi, nell’economia italiana? Siamo sempre lì: “il vero tallone d’Achille – ha ribadito Sangalli – è  la debolezza della domanda interna, e  in particolare dei consumi delle famiglie”. In questo senso, “bisogna aver chiaro che uno scenario di marcato rallentamento della crescita su scala globale è destinato ad avere un impatto particolarmente forte sulle caratteristiche di lungo periodo del nostro sistema produttivo”. E questo “tanto sulle multinazionali tascabili vocate all’export e fortemente connesse agli andamenti della congiuntura su scala internazionale, quanto sulle imprese che operano sul mercato interno e che si confrontano con una persistente e crescente debolezza dei consumi”.

Arrivati a questo punto, per il presidente di Confcommercio, “non sono possibili né sconti, né scorciatoie. Ora occorre dedicare straordinaria attenzione ed impegno alla mobilitazione di tutte le politiche e di tutti gli strumenti utili a far ingranare al nostro Paese il passo di marcia di una crescita più robusta e di migliore qualità”. Per Sangalli, “è stato un bene che il Governo abbia varato per tempo un piano triennale di stabilizzazione dei conti pubblici”; bisogna, però, “andare avanti, guardando proprio all’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale”. In particolare,

“bisogna continuare a lavorare per costruire condizioni di riduzione strutturale della pressione fiscale: controllando, ristrutturando e riqualificando, riducendo la spesa pubblica improduttiva; recuperando evasione ed elusione; integrando il principio del pagare tutti per pagare meno con quello del pagare meno per pagare tutti; attuando un federalismo fiscale all’insegna del principio di responsabilità nella spesa e nella tassazione”. Ma, intanto, “è anche il momento di confermare e rafforzare le misure di riduzione del prelievo fiscale su straordinari, premi, e sulla redistribuzione degli incrementi di produttività e di verificare la praticabilità di misure di alleggerimento della tassazione sulle tredicesime”. A quest’ultimo proposito, Sangalli ha sottolineato che è vero che “la detassazione totale delle tredicesime costerebbe tra gli otto ed i nove miliardi di euro. Ma, a fronte di questo costo, oltre 5 miliardi si tradurrebbero in consumi, migliorando il loro andamento tendenziale di un buon mezzo punto. Con i chiari di luna che abbiamo davanti, sarebbe davvero un intervento importante”.

Una specifica attenzione va poi dedicata al tema dei rapporti tra banche e imprese, tra banche e PMI, “rafforzando il sistema dei consorzi di garanzia fidi e prevedendo, anche per i prestiti erogati per loro tramite, l’attivazione della garanzia sovrana dello Stato”, visto che “oggi più che mai è necessaria maggiore collaborazione, maggiore cooperazione tra banca e impresa”. E, in generale, “oggi più che mai, è necessario un Paese più coeso e più responsabile”.

Sangalli ha poi parlato dell’avvio del confronto con Cgil, Cisl e Uil sulla riforma della contrattazione, sottolineando che “rafforzare la produttività è un’esigenza generale del nostro sistema produttivo. E lo è, anche e particolarmente, per quell’economia dei servizi che noi rappresentiamo. Spero davvero in un confronto compiuto e rapido, che porti il suo specifico contributo all’accordo generale tra le parti sociali e ad un loro avviso comune”.

Questione prezzi, infine. Confcommercio ribadisce che  il loro andamento è sostanzialmente omogeneo tra l’Italia e gli altri Paesi europei. E continua a segnalare l’impatto determinante dei prezzi delle materie prime agricole e dei prodotti petroliferi sulla formazione del prezzo praticato ai consumatori finali. In più, evidenzia “quanto morde la concorrenza nel commercio italiano, escludendo in radice la possibilità di comode rendite di posizione” e “la riduzione dei margini delle imprese commerciali, chiamate a confrontarsi con le difficoltà delle famiglie sia attraverso riassorbimenti parziali di incrementi dei listini della produzione, sia intensificando le offerte di convenienza”. “Questa – ha detto Sangalli - è la verità. Certificabile e certificata.

Anche da una riduzione dello stock di imprese commerciali di 15 mila unità negli ultimi 18 mesi e da un ricorso alla cassa integrazione cresciuto del 111% nei primi 5 mesi dell’anno. A riprova del fatto che, davvero, famiglie ed imprese del commercio si confrontano con gli stessi problemi, con le stesse difficoltà”.

“Il commercio italiano – ha concluso il presidente di Confcommercio - la sfida per la maggiore produttività l’ha fatta propria da tempo. Anche perché proprio questa è la via più efficace per tenere sotto controllo prezzi e inflazione”.

 

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