4) PIANO UE, BRUXELLES PREPARA MISURE ECCEZIONALI

4) PIANO UE, BRUXELLES PREPARA MISURE ECCEZIONALI

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21 novembre 2008
Crisi: piano Ue, Bruxelles prepara misure eccezionali

Crisi: piano Ue, Bruxelles prepara misure eccezionali

 

E’ ancora troppo presto per parlare di cifre: così José Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, ha liquidato le parole del ministro dell’Economia tedesco, Michael Glos, che aveva parlato di un piano anticrisi di Bruxelles da 130 miliardi di euro, pari all’1% del Pil di ogni Stato membro. “Nessuna decisione politica è stata ancora presa”, ha spiegato Barroso, sottolineando come nelle stanze dell’Esecutivo europeo in queste ore si stia ancora lavorando senza sosta per mantenere l’impegno preso: presentare un piano di rilancio dell’economia europea mercoledì 26 novembre, in modo da poterlo portare sul tavolo dei capi di Stato e di governo dell’Ue che l’11 e il 12 dicembre si riuniranno nell’ultimo vertice dell’anno. Si tratterà di un pacchetto di “misure eccezionali”, ha sottolineato il presidente della Commissione Ue, così come si conviene ad una situazione di crisi eccezionale.

Una parte di questo pacchetto di misure dipenderà direttamente dall’Ue, che dovrebbe facilitare l’accesso e l’utilizzo da parte dei vari Stati membri sia dei fondi strutturali europei, al fine di sostenere il rilancio dell’attività produttiva, sia delle risorse del Fondo sociale europeo, per limitare al massimo l’impatto della crisi sulla disoccupazione e favorire il reinserimento di chi ha perso il posto. Sarà poi rafforzato il ruolo della Banca europea per gli investimenti, con un aumento della sua capacità di concedere prestiti alle imprese e per la realizzazione di infrastrutture.

Per il resto, il piano a cui sta lavorando la Comissione prevede - come ha sottolineato Barroso - la possibilità di adottare in ogni Paese una serie di misure “di stimolo fiscale” in grado di favorire e sostenere “una robusta ripresa” dell’economia. Ogni governo, in pratica, potrà mettere a punto dei propri piani anticrisi, “adeguati alla propria specifica situazione economica”. Piani che prevedano incentivi o sgravi fiscali, ma con dei precisi paletti: dovranno essere interventi “coordinati”, dunque decisi a livello europeo, e inoltre “mirati e temporanei”, per non creare distorsioni della concorrenza con danni reciproci per i vari Paesi. A questo fine i governi europei potranno utilizzare a pieno la flessibilità prevista dal Patto di stabilità e di crescita dell’Ue che, in circostanze eccezionali come quella attuale, permette anche di tornare sopra il 3% nel rapporto deficit-Pil: anche se di poco e in maniera temporanea. E stabilendo un preciso percorso di rientro con la stessa Commissione Ue, che dovrà vigilare sul rispetto degli impegni presi.

 

 

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