A Napoli anche i fumetti contro pizzo e usura

A Napoli anche i fumetti contro pizzo e usura

L'Ascom ha promosso il concorso "Un fumetto contro l'illegalità", dedicato agli alunni dell'Istituto d'Arte "Umberto Boccioni". Nunzi: "a breve un nuovo Statuto che obbligherà l'Ascom a costituirsi parte civile".

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24 giugno 2010
Sono Nicola Massimo, Valentina Alescio e Josè Sorvillo i vincitori del concorso

Sono Nicola Massimo, Valentina Alescio  e Josè Sorvillo i vincitori del concorso

“Pizzo  e usura” bandito dall’Ascom di Napoli e dedicato agli alunni dell’Istituto

d’Arte “Umberto Boccioni” di Napoli. Ad annunciarlo sono stati il commissario

dell’Ascom napoletana, Tullio Nunzi, e il dirigente scolastico del Boccioni

Filippo Merla, alla presenza del presidente della Camera di Commercio di Napoli,

Maurizio Maddaloni, e del presidente della Commissione Politiche sulla sicurezza e

legalità della Confcommercio nazionale, Luca Squeri. I tre ragazzi, valutati da una apposita commissione, hanno trasposto in fumetto due story board forniti dall’associazione dei commercianti partenopei aventi ad oggetto delle vicende usuali appunto di pizzo ed usura. “Si tratta – ha dichiarato Nunzi – di una delle tante iniziative che abbiamo messo in campo come Ascom e che culmineranno a breve con l’approvazione di un nuovo statuto che preveda l’obbligo per l’associazione di costituirsi parte civile laddove un socio denunci presso i suoi sportelli fenomeni di usura o di pizzo. Una formula già sperimentata in

Sicilia, dove abbiamo contribuito a far arrestare tanti mafiosi”. Investire sui giovani quindi anche attraverso il messaggio dell’arte, come ha sottolineato Maddaloni, può rappresentare “un’idea vincente su cui puntare anche in futuro. La criminalità organizzata è un carcinoma maligno con metastasi estese ovunque. Che non uccide una singola impresa ma tutti noi, imprenditori e cittadini”. “L’iniziativa - ha spiegato infine Squeri - rientra del resto nel solco già tracciato dal protocollo d’intesa siglato tra Confcommercio e Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per la promozione della cultura e della legalità nelle scuole, intesa nelle sue diverse declinazioni. “I costi sostenuti dalle imprese tra commercio e pubblici esercizi per la criminalità – ha concluso Squeri – ammontano nel Sud al 4,7% del valore aggiunto prodotto dal settore nel Mezzogiorno, 2,1 miliardi di euro ovvero quasi la metà dei costi sostenuti in tutta Italia ovvero 5,2 miliardi pari al 2,5% del valore aggiunto. In breve, un onere aggiuntivo per ogni impresa di circa 3000 euro al mese”.

 

 

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