A Torino ancora un Natale di crisi

A Torino ancora un Natale di crisi

Secondo una prima indagine dell'Ascom si è registrato un 7-8 per cento in meno nelle vendite rispetto al già magro Natale 2011. Coppa: "servono segnali forti da parte del mondo politico".

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2 gennaio 2013

Quinto Natale di crisi per il commercio torinese. Secondo un'indagine effettuata da Ascom-Confcommercio di Torino e provincia attraverso una verifica telefonica diretta presso un panel di dirigenti delle Associazioni categoriali e territoriali, i consumi si sono assestati tra il -7 e il -8% rispetto al Natale, già parecchio difficile, dello scorso anno. Complice il permanere di una crisi recessiva che continua a pesare fortemente sull'economia del Paese, e di conseguenza sui portafogli delle famiglie italiane, ma anche di tasse (vedi Imu), mutui e spese fisse che si sono mangiate alla grande buona parte delle sospirate tredicesime, la quota da dedicare agli acquisti si è quest'anno, ancor di più, assottigliata rispetto al 2011. L'Ascom sottolinea comunque che non si è trattato di una dèbacle a tutto campo. I torinesi in generale non hanno infatti rinunciato in toto al rito degli acquisti natalizi. Si sono però mossi secondo le proprie possibilità, con una sempre maggiore attenzione e parsimoniosa oculatezza, andando alla ricerca soprattutto del regalo utile, necessario e immediatamente fruibile piuttosto che del regalo sfizioso, superfluo o stravagante. Bene, soprattutto, l' "alimentare" e l' "hi-tech"; tengono in media i livelli dell'anno scorso la "ristorazione", solo in parte il settore "giocattoli" e quello degli "articoli musicali". Commenta la presidente dell'Ascom torinese Maria Luisa Coppa: "anche quest'anno le spese natalizie dei torinesi si sono mosse, nel complesso, con grande attenzione e oculatezza, ma ancora una volta la tradizione del regalo natalizio è stata tutto sommato rispettata, sia pure con esiti di spesa nel complesso inferiori a fronte del Natale 2011. Ora, archiviate le feste di fine anno, i prossimi mesi dovranno consegnarci segnali forti da parte del mondo politico e, in proposito, ai vari schieramenti che a breve si cimenteranno in campagna elettorale chiediamo fin da subito di esprimersi con molta chiarezza sugli intendimenti da adottare per dare risposte concrete alla crisi occupazionale, economica e dei consumi ancora in atto. Fatti non parole e attenzione vera a quelli che sono i reali problemi della gente e del mondo imprenditoriale, per ricostruire quel clima di fiducia generalizzata e le condizioni più idonee per avviare un discorso di ripresa che ancora risulta difficile poter ipotizzare".

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