Aeranti-Corallo: "marginalizzate le tv locali, riaffermato il duopolio"!

Aeranti-Corallo: "marginalizzate le tv locali, riaffermato il duopolio"!

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29 dicembre 2015
Le nuove norme per il settore televisivo locale contenute nella legge di stabilità 2015 "marginalizzano l'emittenza locale e riaffermano il sistema duopolistico nella tv terrestre". E', in sintesi, il j'accuse di Aeranti-Corallo che con il coordinatore Marco Rossignoli dà il numero preciso delle emittenti televisive locali interessate dalla dismissione delle frequenze ritenute interferenti con i Paesi esteri confinanti: "sono 144 e rappresentano circa un terzo delle emittenti locali attualmente operanti in Italia", annuncia. "Le stesse saranno costrette, entro il 30 aprile prossimo a cessare le proprie trasmissioni, con pesantissime ricadute occupazionali (con la chiusura di tali emittenti, infatti, circa 2.000 dipendenti potrebbero non avere più lavoro)", afferma ancora Rossignoli. ''Tali emittenti - spiega - stanno operando in virtù di provvedimenti di assegnazione delle frequenze ricevuti dal Ministero dello Sviluppo economico per 20 anni a seguito di gare svoltesi negli anni 2011-2012. Conseguentemente - ha proseguito Rossignoli - le stesse dovrebbero poter utilizzare le frequenze fino al 2031-2032''. Per quanto riguarda le misure compensative destinate alla dismissione volontaria delle frequenze (circa euro 0,30 per abitante servito), Rossignoli ha lamentato che 'le stesse sono del tutto irrisorie e, in molti casi, non coprono nemmeno i costi sostenuti per la transizione al digitale".  E, ancora, ''i canali 58 e 60, diversamente da come affermato dal Governo - ha proseguito Rossignoli - non sono canali pregiati, in quanto sono confinanti con la banda 800 Mhz (e, di conseguenza, soggetti a possibili interferenze con i servizi Lte). Inoltre, tali frequenze verranno assegnate per soli cinque anni, a fronte dei dodici anni di durata delle autorizzazioni per fornitori di servizi di media audiovisivi''. Rossignoli ha poi rilevato che con l'approvazione delle norme contenute nella legge di stabilità 2015 ''viene rimessa in discussione la numerazione Lcn delle tv locali, che comporterà la modifica di quasi tutti gli attuali posizionamenti Lcn, con evidenti ripercussioni estremamente negative per tutte le emittenti che, in tal modo, perderanno la propria ricevibilità tecnica da parte di ogni decoder fino alla relativa risintonizzazione''. Rossignoli ha quindi rilevato che resta irrisolta la questione del canone delle frequenze che con le nuove norme diventa più oneroso per le tv locali a causa del 'maxi-sconto' per Rai e Mediaset. Di fatto nel maxiemendamento del Governo non ha trovato posto la proposta di proroga (avanzata dallo stesso esecutivo) dell'attuale regime che prevede un contributo pari all'1 per cento del fatturato, con il limite massimo, per le tv locali, di 17.776 euro all'anno.

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