Alimentari: i prezzi tornano a scendere

Alimentari: i prezzi tornano a scendere

Secondo Unioncamere, dopo i forti rincari provocati nel corso del 2008 dalle oscillazioni dei prezzi delle materie prime agricole ed energetiche, i prezzi di pasta, olio, latte stanno tornando ai livelli precedenti alla crisi.

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9 dicembre 2009
Secondo il bollettino bimestrale di Unioncamere sulle dinamiche dei prodotti del Largo Consumo, i prezzi di pasta, olio, latte

Secondo il bollettino bimestrale di Unioncamere sulle dinamiche dei prodotti del Largo Consumo, i prezzi di pasta, olio, latte stanno tornando ai livelli precedenti alla crisi, dopo i forti rincari provocati nel corso del 2008 dalle oscillazioni dei prezzi delle materie prime agricole ed energetiche. In generale, il costo dei prodotti alimentari nel loro complesso venduti negli iper e supermercati italiani sta scendendo, invogliando così le famiglie a riempire di più il carrello della spesa. In particolare, nel quinto bimestre del 2009, la Grande distribuzione organizzata registra un lieve rallentamento del giro d'affari (+1,6% a fronte del +1,8% del bimestre precedente), determinato da un ulteriore abbassamento dei prezzi (-1,0% contro il -0,5% di luglio e agosto scorsi) solo in parte bilanciato da un parallelo incremento dei volumi di vendita (+2,6% a fronte del +2,3% del bimestre precedente, segno di una lieve ripresa dei consumi delle famiglie). Nell'ultimo bimestre i prezzi dei prodotti alimentari mostrano una flessione mediamente dell'1,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in ulteriore caduta di circa tre decimi di punto rispetto al IV bimestre. La spinta principale è quella che giunge dal fresco e dal freddo, che nel V bimestre evidenziano contrazioni nell'ordine dei due punti percentuali. Le categorie di prodotti che hanno maggiormente contribuito a spingere verso il basso l'indice di costo sono il latte fresco (-6,2% anno su anno), le mozzarelle(-3,2%) e lo yogurt funzionale (-3,1%) nel caso del fresco e i gelati in vaschetta (-6,4%), i gelati multipack (-4%) e i surgelati naturali a base di verdura e frutta (-1,5%) nel caso del freddo. Segue la drogheria alimentare, che nel bimestre presenta una flessione pari al 0,3% tendenziale, analoga a quella del IV. Gli elementi che maggiormente hanno contribuito alla svolta sono pasta di semola (-10,5%), olio extravergine di oliva (-7,6%) e latte Uht (-6,1%). Stabile invece l'andamento dei prezzi delle bevande. Ad influenzare la variazione sono principalmente prodotti come l'aranciata, cresciuta del 4,5% anno su anno, le birre alcoliche, in aumento del 2,9% e le bevande a base di the (+2,6%). Infine, in relazione ai reparti relativi alla cura della casa e della persona, entrambi presentano nel V bimestre un incremento dei prezzi pari allo 0,6% anno su anno. I prodotti della cura per la casa stanno attualmente rallentando e rispetto al bimestre precedente la decelerazione e' di tre decimi di punto. Le categorie merceologiche che maggiormente contribuiscono sono gli accessori da tavola usa e getta, con un calo del 14,9%. Un percorso inverso si delinea invece per i prodotti per la cura della persona, i cui prezzi tornano ad accelerare leggermente nei mesi più recenti. L’esito è favorito dai rincari di saponi per la persona (+7,4%), accessori per i capelli (+5,9%) e lame e rasoi da uomo (+3,2%). Nel complesso le dinamiche regionali presentano tassi di crescita positivi per un ampio numero di realtà territoriali. Fanno eccezione due casi, entrambi localizzati al Sud e isole. Si tratta dell'aggregato regionale Basilicata e Calabria, che vede una flessione del 3,5% anno su anno. Il dato e' nettamente influenzato dalla caduta del fatturato dei reparti del LCC, in calo di oltre il 3%. Sensibile invece la crescita degli altri reparti non alimentari, che presentano un valore tra i più elevati raggiunti nel bimestre (+6,7%). L'altra regione dove il bimestre rivela una variazione negativa e' la Campania, con una flessione del 2% anno su anno. Anche in questo caso l'unico sostegno positivo e' quello dei reparti non alimentari, mentre l'LCC flette di oltre il 2%. Le altre regioni del Sud e Isole mostrano risultati positivi con valori prossimi al dato medio nazionale per Puglia e Sicilia. Per la Sardegna la dinamica complessiva si porta in prossimità del 3% nel V bimestre. L’aggregato regionale Abruzzo e Molise e' quello che nell'area mette a segno la crescita più intensa, pari al 4%.Relativamente differenziati si mantengono gli esiti del Centro. Umbria e Toscana presentano una variazione pari allo 0,9% nel bimestre. Infine, il Lazio presenta una dinamica del 3,1%. Tra le regioni del Nord Est, il Veneto raggiunge ritmi di crescita non particolarmente intensi, non superando lo 0,4%.Piu' sostenuti gli esiti dell'Emilia Romagna, dove si registra una variazione del 2,9% anno su anno. Al contrario, nel Trentino Alto Adige il fatturato cresce nel bimestre dell'1,4%. Infine al Nord-Ovest tutte le regioni mostrano dinamiche positive, comprese dal +1,3% della Lombardia al +3,2% della Liguria.

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