Alitalia: Padoa-Schioppa dice no alla trattativa privata

Alitalia: Padoa-Schioppa dice no alla trattativa privata

Per il ministro dell'Economia "necessitano procedure stabilite dalla legge". Si va verso la cessione al migliore offerente dei diritti di opzione spettanti al Ministero nell'ambito di un eventuale aumento di capitale.

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30 luglio 2007
Alitalia: Padoa-Schioppa dice no alla trattativa privata

Alitalia: Padoa-Schioppa dice no alla trattativa privata

 

Una trattativa privata per vendere Alitalia dopo il fallimento della gara “non è possibile�. A fornire una prima indicazione importante su quale sarà il percorso per rimettere in marcia la vendita della compagnia è stato lo stesso ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, alla vigilia di una settimana che potrebbe rivelarsi cruciale. A questo punto la strada che sembra restare aperta è quella di una nuova gara più snella, nella quale il futuro acquirente di Alitalia dovrà aggiudicarsi le opzioni del Tesoro, che ha poco meno del 50% del capitale, in un prossimo aumento di capitale di Alitalia. Mercoledì si riunirà il Consiglio di Amministrazione che deve varare il nuovo piano industriale. E che potrebbe, proprio sulla base degli ultimi dati finanziari, gettare i presupposti per un prossimo aumento di capitale.

Parlando a CortinaIncontra, Padoa-Schioppa ha escluso la possibilità di un commissariamento della compagnia attraverso la Legge Marzano perché “non è tecnicamente vero che Alitalia sia in condizioni fallimentari�. Infatti “è una società che ha capitali� ed è possibile risanarla “senza passare per la procedura fallimentare�. Quindi ha escluso la possibilità di una trattativa diretta con uno dei possibili acquirenti: “lo Stato non può scendere a trattativa privata, la Corte dei Conti non me lo permetterebbe, necessitano procedure stabilite dalla legge�.

Ora sembra restare solo la seconda delle due possibilità che il ministro aveva illustrato alle Commissioni trasporti di Camera e Senato. Cioé una “procedura competitiva di vendita� che preveda la “cessione al migliore offerente dei diritti di opzione spettanti al Ministero nell’ambito di un eventuale aumento di capitale della società�.

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