ALLARME UE SUL DPEF : "FARE PIU' SFORZI PER IL RISANAMENTO"

ALLARME UE SUL DPEF : "FARE PIU' SFORZI PER IL RISANAMENTO"

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11 luglio 2007
La Ue critica il Dpef: “fare più sforzi per il risanamento�

La Ue critica il Dpef: “fare più sforzi per il risanamento�

 

Né una bocciatura, né una  promozione, ma un invito pressante dell'Ue all'Italia ad andare  avanti sulla strada del risanamento dei conti pubblici senza  scivolare su ulteriori spese e soprattutto senza varare  interventi onerosi in materia di pensioni. Questa l'indicazione  con la quale il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa,  é ripartito oggi da Bruxelles dopo essersi confrontato con i  colleghi europei sul Documento di programmazione economica e  finanziaria (Dpef) 2008-2011. I partner dell’Ue, prima nella formazione Eurogruppo e poi  come Ecofin, hanno accolto il collega italiano con  “comprensione�, ma anche con una buona dose di “preoccupazione�. E come ha spiegato lo stesso Padoa-Schioppa, hanno detto di guardare all’andamento dei conti pubblici  italiani con timori che nascono non solo dalla lettura dei numeri del Dpef. “Osserviamo con preoccupazione i rischi che potrebbero  derivare da una riforma del sistema pensionistico� realizzata a  discapito del risanamento del disavanzo pubblico, ha sottolineato il commissario Ue per gli affari economici e monetari, Joaquin Almunia. Il quale ha comunque espresso  "apprezzamento e simpatia" nei confronti di Padoa-Schioppa e  degli sforzi compiuti dal governo italiano per consolidare la  finanza pubblica. Tuttavia, Almunia ha ricordato che a fine 2007 il disavanzo sarà superiore a quello previsto in precedenza (il 2,5 contro  il 2,1%) e che nel 2008 sarà poi del 2,2%. “Quindi - ha concluso Almunia - lo sforzo correttivo del disavanzo non è all'altezza degli obiettivi fissati�ad aprile a Berlino. Ma tra le preoccupazioni espresse a Bruxelles dai colleghi di  Padoa-Schioppa e dal governatore della Bce, Jean-Claude Trichet,  ci sono altri due fattori: la decisione di non destinare alla  riduzione del deficit tutte le risorse aggiuntive rese disponibili da una congiuntura economica più favorevole del  previsto e le ulteriori spese indicate nel Dpef che ancora non  hanno copertura finanziaria. Il ministro dell'Economia ha cercato di rassicurare i suoi  colleghi dicendo di condividere la maggior parte dei timori  espressi e impegnandosi a fare tutto il possibile, ma senza  ricorre a manovre aggiuntive, affinché né ulteriori spese né  la riforma delle pensioni siano d'ostacolo al risanamento della  finanza pubblica. Impegni che potranno essere verificati in sede europea solo il prossimo autunno, una volta sciolto il nodo  delle pensioni e varata la Legge Finanziaria. Pur ribadendo l'impegno dell'Italia a rispettare quanto  previsto dal Patto di stabilita', Padoa-Schioppa ha osservato  che la sua applicazione non deve essere "cieca" di fronte a  situazioni particolari che non sempre i soli numeri sono  sufficienti a rappresentare. "E' vero che l'Italia fa meno dei  primi della classe", ha poi ammesso il ministro, ma comunque  uscira' dalla procedura sul deficit eccessivo, un obiettivo che  anche altri colleghi hanno indicato come realizzabile in base ai conti del 2007. Apprezzamento per la “trasparenza, il dialogo e l'apertura� dimostrate da Padoa-Schioppa e' stato espresso dal presidente di turno dell'Ecofin, il portoghese Fernando Teixeira dos Santos. Il quale ha sottolineato che "non ci sono state  puntualizzazioni critiche" nei confronti del ministro italiano e l'eurogruppo ha accolto “favorevolmente� le sue indicazioni  sulla correzione del deficit. Del resto, ha ricordato Teixeira, il ministro dell'Economia già lo scorso aprile aveva "messo in  guardia" i colleghi sulle difficolta' che l'Italia avrebbe  incontrato a raggiungere l'obiettivo del pareggio di bilancio  nel 2010.

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