Alluvione Genova: Confcommercio, volontari in strada

Alluvione Genova: Confcommercio, volontari in strada

I volontari di Confcommercio gireranno nei quartieri alluvionati per aiutare i negozianti nella conta dei danni e per dare informazioni. II presidente Sangalli: "Vogliamo essere vicini, solidali e di aiuto a chi fa questo mestiere ed è stato duramente colpito". Rete Imprese Italia: "disastro annunciato".

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13 ottobre 2014

 

I volontari di Confcommercio gireranno nei quartieri alluvionati per aiutare i negozianti nella conta dei danni e per dare informazioni. II presidente Sangalli: "Vogliamo essere vicini, solidali e di aiuto a chi fa questo mestiere ed è stato duramente colpito". 

Ascom Genova: "la situazione è drammatica"

A seguito dei drammatici eventi alluvionali che hanno colpito Genova, il suo entroterra e il Tigullio, Ascom Genova ha aperto un'unità di crisi per fornire alle imprese colpite una prima assistenza e per raccogliere le segnalazioni dei danni subiti. Gli uffici di Genova - Via Cesarea 84 - nonostante la sede dell'Ascom sia stata anch'essa gravemente colpita, sono operativi e aperti al pubblico. Le imprese colpite dall'alluvione potranno contattare l'Ascom al numero fisso (010-55201), via  fax (010-582207), via e-mail (confcommercio@ascom.ge.it) oppure attraverso le  pagine Facebook "Ascom Confcommercio Genova"  e Twitter "@ascom_genova" . Sul sito www.ascom.ge.it sono stati immediatamente caricati una serie di vademecum e indicazioni operative per le imprese, oltre ai modelli per la segnalazione dei danni. Congiuntamente a Confartigianato, CNA, Confesercenti e Coldiretti Ascom Genova ha sollecitato la richiesta dello stato di emergenza e la conseguente sospensione di tutte le scadenze di pagamento per le imprese ubicate nelle aree disastrate. "La situazione - dice l'Associazione - è drammatica e le nostre imprese sono allo stremo. Non è più possibile che il nostro territorio e la città di Genova, dopo la terza alluvione in 4 anni, possano accettare l'ulteriore rinvio di interventi strutturali volti alla messa in sicurezza di tutte quelle zone da troppo tempo ormai note per essere a rischio idrogeologico. A puro titolo esemplificativo di una lunga lista di interventi citiamo lo scolmatore del Bisagno, di cui si parla e si discute da 40 anni ma che nonostante le morti umane e le imprese spazzate via dall'acqua e dal fango, continua ad essere una chimera. Occorre una volta per tutte che Governo ed istituzioni facciano la loro parte per uscire da un immobilismo che ancora una volta ha condannato questa città all'ennesima, prevedibile ed evitabile tragedia. Purtroppo è un orrendo film che abbiamo già visto, cambiano i registi ma la trama è sempre schifosa. Delle centinaia di telefonate che abbiamo ricevuto soltanto nella giornata odierna, tutte hanno un filo conduttore: la pazienza è finita. L'orgoglio e la capacità di rialzarsi della sua gente questa volta a Genova non bastano più. La rabbia è a livelli di guardia e se quando cesserà la pioggia non si avranno risposte immediate e concrete il rischio è che dilaghi quanto una alluvione. Le istituzioni hanno il dovere di risarcire queste imprese. E' il minimo indennizzo per come le stesse istituzioni non sono state in grado di affrontare e prevenire queste emergenze. Lasciamo dunque da parte le cabine di regia, l'imprevedibilità del fenomeno atmosferico eccezionale, i tweet  e i classici giri auto promozionali tra i commercianti che hanno perso il negozio che avevano appena fatto in tempo a ricostruire dopo 2 anni di lavoro. Un primo passo concreto è la cancellazione e la sospensione dell'enorme e ingiustificato carico fiscale a cui sono sottoposte le aziende colpite.  E' ora di guardare un film diverso, l'alternativa è spegnere il televisore".

 

Rete Imprese Italia: "Disastro annunciato, subito un piano nazionale per la sicurezza delle aree a rischio idrogeologico"

"Un disastro annunciato, frutto di ritardi burocratici e di incuria. E, ancora una volta, a pagarne le durissime conseguenze sono cittadini e imprenditori". Il presidente pro tempore di Rete Imprese Italia, Giorgio Merletti, nell'esprimere solidarietà alla popolazione e agli imprenditori di Genova che hanno visto distrutti negozi, laboratori e officine, sottolinea le gravi responsabilità all'origine del disastro che ha colpito il capoluogo ligure. "Quanto avvenuto a Genova – sostiene Merletti – è solo un esempio di molte situazioni che riguardano la gestione del territorio italiano. Basti pensare che 5.569 Comuni, pari al 69% del totale, sono collocati in aree a rischio idrogeologico e che oltre un terzo (36,3%) presenta un livello di attenzione molto elevato (livello massimo) per il rischio di frane". "Per evitare che si ripetano drammi come quello di Genova – aggiunge Merletti - bisogna intervenire subito, con un piano nazionale finalizzato a mettere in sicurezza le aree a rischio e con interventi straordinari per sbloccare gli iter amministrativi. La fragilità del nostro territorio deve essere considerata una priorità intorno alla quale concentrare risorse e investimenti che consentirebbero anche di creare occasioni di lavoro per molte aziende". Rete Imprese Italia chiede lo stato di calamità naturale e la sospensione del versamento dei tributi per le imprese dei Comuni colpiti. Una richiesta che possa essere espressa anche tramite una semplice autocertificazione dei danni subiti.

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