Angem: "Mense, no a deroghe se paga lo Stato"

Angem: "Mense, no a deroghe se paga lo Stato"

Il Consiglio di Stato su ricorso di Angem, Fipe e Confcommercio, dichiara che le amministrazioni non possono riservarsi di stabilire i tempi di pagamento e la misura degli interessi in caso di ritardo dopo l'aggiudicazione dell'appalto.

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22 marzo 2011

"La sentenza del Consiglio di Stato di ieri rappresenta un altro tassello a favore della lotta per contrastare i pagamenti in ritardo alle aziende che forniscono pasti alla pubblica amministrazione". È questo il commento di Ilario Perotto, presidente Angem, l'associazione che riunisce le più importanti società di ristorazione collettiva aderente a Fipe-Confcommercio. Angem da anni si batte per contrastare un'usanza tipicamente italiana di saldare le fatture con ritardi che nei casi della pubblica amministrazione arrivano fino a quasi due anni, creando non poche difficoltà alle aziende fornitrici obbligate, invece, a rispettare rigorosamente le scadenze dei pagamenti del personale e dei fornitori di derrate. "Malgrado riceviamo soldi in ritardo - chiosa Perotto - e paghiamo tutti nei tempi dovuti, le imprese aderenti ad Angem riescono sempre con la loro professionalità e serietà a mantenere alti gli standard qualitativi e quantitativi del servizio fornito". Nello specifico, il documento prodotto dal Consiglio di Stato su ricorso di Angem, Fipe e Confcommercio dichiara che le amministrazioni non possono riservarsi di stabilire i tempi di pagamento e la misura degli interessi in caso di ritardo dopo l'aggiudicazione dell'appalto. Queste condizioni devono essere chiarite fin dal bando iniziale e non potranno essere modulate nelle fasi successive che portano alla firma del contratto. Questa decisione rappresenta dunque una pietra miliare negli appalti con la pubblica amministrazione che, come è stato chiarito sempre dal Consiglio di Stato su altri ricorsi presentati da Angem, non può esimersi dal pagare entro 30 gironi dal ricevimento della fattura e dal riconoscere in caso di ritardo l'interesse dell'8%. "Il Consiglio di Stato - ha concluso Perotto - ha condannato per la seconda volta e sulla medesima vicenda "Le Molinette" di Torino che persisteva nel riproporre un malcostume diffuso di cui non si sente proprio il bisogno e che deteriora il rapporto fra imprese e pubblica amministrazione. Adesso non ci rimane che aspettare il recepimento della nuova direttiva comunitaria sui ritardi di pagamento"..

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