In riferimento alla rimodulazione tariffaria dell'energia elettrica per il trasporto ferroviario, prevista dall'art. 29 del DL competitività in conversione al Senato, il Vice Presidente di Confcommercio ha sottolineato che "l'aumento del costo dell'energia genererebbe un incremento dei costi per le imprese ferroviarie di circa il 10%".

 

In riferimento alla rimodulazione tariffaria dell'energia elettrica per il trasporto ferroviario, prevista dall'art. 29 del DL competitività in conversione al Senato, il Vice Presidente di Confcommercio Imprese per l'Italia, Paolo uggè, ha espresso la propria netta contrarietà. "L'aumento del costo dell'energia-ha affermato Uggè- genererebbe un incremento dei costi per le imprese ferroviarie di circa il 10%, causato dall' aumento del costo del pedaggio di 1,20 euro-km, che passerebbe da 3 a 4,20 Euro-km. Un ammontare complessivo di nuovi oneri per il sistema ferroviario di 145 mln di euro per anno, come dichiarato dall'AD di Ferrovie dello Stato Italiane, assolutamente insostenibile per le imprese ferroviarie." "Si tratta –ha continuato il Vice Presidente di Confcommercio-, di una misura dannosa anche per l'intero comparto logistico nazionale, che già soffre troppe penalizzazioni rispetto ai propri competitors: una norma contro lo sviluppo del trasporto intermodale, indicato, invece, giustamente dal Governo come una priorità del semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea, in controtendenza con quanto sta accadendo in altri Paesi europei, che rischia di vanificare i pochi ma buoni risultati che il mercato liberalizzato ha prodotto negli ultimi anni". In conclusione, il Vice Presidente di Confcommercio ha auspicato che il Governo e il Premier Matteo Renzi rivedano l'attuale formulazione della norma, considerandone gli effetti negativi in termini occupazionali, industriali ed ambientali per l'intero sistema logistico italiano.