BANKITALIA: AUMENTI DEL 200 PER CENTO IN TRE ANNI

BANKITALIA: AUMENTI DEL 200 PER CENTO IN TRE ANNI

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25 agosto 2008
Bankitalia: aumenti del 200% in tre anni

Bankitalia: aumenti del 200% in tre anni

 

Per frutta e ortaggi gli italiani negli ultimi tre anni hanno speso il 200% in più. A tanto ammonta il ricarico totale del comparto nel passaggio dal produttore al consumatore. A puntare l’indice contro il mercato ortofrutticolo italiano e la frammentazione della filiera è una ricerca della Banca d'Italia, “L’economia delle Regioni italiane nel 2007”.

“Nel corso degli ultimi tre anni, con riferimento a un paniere di prodotti orticoli costruito in modo omogeneo - sottolinea lo studio - la differenza tra il prezzo alla produzione e quello al’ingrosso risulta in Italia superiore al 100%, contro un valore mediamente del 60% in Spagna e in Francia”. “In questa fase per ‘Italia, utilizzando i dati del’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), si osserva un incremento medio di prezzo superiore al 50%; nel complesso, dal produttore al consumatore, il ricarico totale del comparto è mediamente del 200%”, sottolinea l’Istituto di via Nazionale. A pesare è l’eccessiva lunghezza e frammentazione della filiera.

Dall’indagine emerge che “la grande distribuzione acquista direttamente dal produttore in meno di un quarto dei casi, ricorrendo invece a più di un intermediario per quasi il 40% degli acquisti, a causa del’elevata stagionalità e deperibilità dei prodotto a fronte di una scarsa organizzazione della produzione agricola; i rivenditori ambulanti costituiscono invece la tipologia distributiva con la filiera di approvvigionamento più corta, rappresentata in circa il 60% dei casi da un solo intermediario, coincidente di norma con il mercato all’ingrosso”.

“Il ruolo dei mercati all’ingrosso in Italia - spiega ancora Bankitalia - rimane rilevante, perché viene intermediato circa il 70% delle transazioni nell’ortofrutta. In Spagna e in Francia, anche per il maggior ruolo svolto dalle centrali di acquisto della grande distribuzione, le quote intermediate sono rispettivamente attorno al 55%, e inferiore al 50. In Italia il settore si caratterizza ancora per la presenza di una moltitudine di strutture di piccola dimensione. A fronte dei 19 mercati all’ingrosso esistenti in Francia e dei 23 in Spagna, in Italia sono presenti quasi 150 strutture”.

 

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