Bankitalia: economia in stagnazione, è allarme consumi

Bankitalia: economia in stagnazione, è allarme consumi

Secondo il Bollettino economico di luglio, il Pil crescerà di appena lo 0,4 per cento sia quest'anno che il prossimo, mentre l'incremento dei consumi privati non andrà oltre lo 0,2 per cento nel 2008 e lo 0,3 per cento nel 2009.

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15 luglio 2008
Bankitalia: economia in stagnazione, è allarme consumi

Bankitalia: economia in stagnazione, è allarme consumi

 

Crescita del Pil che non supererà lo 0,4% nel 2008 e nel 2009, consumi in stagnazione, investimenti al palo, potere d’acquisto delle famiglie eroso dalla corsa del costo della vita, produzione industriale in calo dell’1% nel secondo trimestre. Il Bollettino economico di luglio della Banca d’Italia disegna un Paese fermo, malato di scarsa produttività, alta inflazione e redditività delle imprese in flessione. E se ci sono rischi, avverte Palazzo Koch, sono verso un ulteriore peggioramento del quadro se il prezzo del petrolio dovesse continuare a salire.

Il prodotto interno lordo crescerà di appena lo 0,4% sia quest’anno che il prossimo, con un taglio pari rispettivamente allo 0,6% e allo 0,7% rispetto alle stime di gennaio scorso. Una revisione, spiega Bankitalia, “attribuibile in primo luogo all’effetto dell’aumento delle materie prime importate sui prezzi finali al consumo; riducendo la capacità di spesa delle famiglie, esso contiene la dinamica dei consumi privati e induce, per via delle minori prospettive di domanda, un ridimensionamento dei piani di accumulazione di capitale da parte delle imprese”.

L’incremento dei consumi privati non andrà oltre lo 0,2% nel 2008 e lo 0,3% nel 2009, appesantito dalla modesta crescita del reddito disponibile reale del settore privato, compresso dagli effetti della maggiore inflazione. In forte difficoltà la spesa per beni durevoli (-2%), soprattutto per effetto del deciso calo delle immatricolazioni di autovetture (-10,4%). Rallenta anche la spesa alimentare, frenata dai rincari. Alla fine del biennio il potere d’acquisto sarà ancora inferiore a quello medio del 2007. Bankitalia stima che in assenza della fiammata inflazionistica osservata a partire dall’anno scorso il reddito disponibile reale sarebbe cresciuto, sino alla metà del 2008, di oltre l’1% in più di quanto non sia effettivamente avvenuto, e del 3% se si tiene conto delle perdite di valore della ricchezza finanziaria. Ciò avrebbe consentito una crescita complessiva dei consumi nel biennio superiore di circa il 2% rispetto a quella prevista nel Bollettino.

L’inflazione si manterrà sopra il 3% per tutto il 2008 e si attesterà al 3,8% nella media dell’intero anno per poi scendere al 2,8% nel 2009 su base armonizzata Ue. Ma la Banca d’Italia avverte: il ritorno del costo della vita verso tassi vicini al 2% si potrà realizzare nel 2009 solo “nell’ipotesi che il suo rialzo corrente non si ripercuota sul processo di determinazione di salari e prezzi e resti moderata la dinamica dei costi interni”.

Restano invariati sui livelli del 2007 gli investimenti fissi lordi, facendo segnare un incremento complessivo nell’arco del biennio pari a circa mezzo punto percentuale. L’accumulazione di capitale produttivo si contrae dello 0,7% nella media del 2008 e resta ferma nel 2009.

Alla dinamica moderata delle esportazioni (+2,1% nel 2008 e +1,7% nel 2009), negativamente influenzate dalla frenata degli scambi mondiali e dalla perdita di competività di prezzo, e alla stagnazione degli investimenti corrisponde una marcata decelerazione delle importazioni, che risultano pressoché invariate quest’anno e sono previste in aumento di circa l’1,5% il prossimo, contro il 4% del 2007. Il forte peggioramento della ragione di scambio, pari a oltre il 7% nel biennio, determina un sensibile ampliamento del disavanzo corrente, dal 2,4% del 2007 al 4,5% del 2009.

L’Italia continua a perdere colpi: la competitività delle nostre merci risente negativamente di una crescita della produttività che rimane inferiore a quella delle altre principali economie dell’area dell’euro, oltre che dell’effetto dell’apprezzamento della moneta europea.

Dopo un balzo a gennaio la produzione industriale continua a perdere colpi. Secondo Bankitalia, nel complesso del secondo trimestre si registra una contrazione di circa un punto percentuale, in un quadro di progressivo peggioramento degli indicatori di fiducia delle imprese e di flessione degli ordini interni ed esteri.

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