BANKITALIA: PIL A "PICCO" NEL 2009

BANKITALIA: PIL A "PICCO" NEL 2009

Secondo il Bollettino Economico il Pil italiano crollerà del 2 per cento nel 2009 prima di risalire di appena lo 0,5 per cento nel 2010. Male l'export, consumi stagnanti, inflazione in frenata. Caduta "storica" della produzione industriale.

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15 gennaio 2009
Bankitalia: Pil a picco nel 2009 (-2%)

Bankitalia: Pil a picco nel 2009 (-2%)

 

Secondo il Bollettino Economico della Banca d’Italia, il Pil italiano crollerà del 2% nel 2009 prima di risalire di appena lo 0,5% nel 2010. L’istituto di via Nazionale segnala anche che “l’andamento del prodotto potrebbe essere ancora più negativa se prendessero corpo i rischi di un ulteriore indebolimento dell'economia mondiale”. La recessione è destinata ad approfondirsi e prolungarsi. Il consuntivo 2008 è pesante: il prodotto sarebbe sceso dello 0,6% con un -1% nel quarto trimestre. A dare il senso della gravità della crisi e' il tonfo della produzione industriale. Nel quarto trimestre dell’anno scorso l'indice sarebbe caduto di circa il 6%. Nella media del 2008 il calo sarebbe stato intorno al 4%. “Si tratterebbe di uno dei peggiori risultati dal secondo dopoguerra; l’intensità del calo è sin qui simile a quella registrata nella crisi 1974-75 in cui, dopo un anno e mezzo, la contrazione dell'attività superò cumulativamente il 20%”. E per il futuro poco spazio all'ottimismo: “I sondaggi congiunturali non lasciano intravedere una ripresa dell'attività manifatturiera a breve termine”. In grave difficoltà anche l'export. Le vendite italiane all'estero si contrarranno di oltre il 5% nel 2009, per aumentare poi del 4% nel 2010, sulla scia della possibile ripresa degli scambi internazionali e di un lieve guadagno di competitività. La contrazione della domanda interna e' destinata a intensificarsi quest'anno, riflettendo in particolare una caduta di oltre il 7% dell'accumulazione di capitale. I consumi, che rimarranno stagnanti, risentiranno meno delle condizioni cicliche avverse, grazie all'impatto favorevole della riduzione dell'inflazione sulla capacità di spesa delle famiglie. Inoltre, potrebbero beneficiare delle misure recentemente approvate dal Governo a favore delle famiglie meno abbienti. L'aumento della spesa in servizi e beni non durevoli compenserebbe il calo di circa il 4% degli acquisti di beni durevoli. Nel 2010, poi, con il miglioramento delle condizioni cicliche, i consumi tornerebbero a crescere a un ritmo appena inferiore a quello previsto per il Pil. Il reddito disponibile del settore privato aumenterebbe in media di circa lo 0,2% in termini reali nel 2009-2010, dopo una marcata diminuzione, superiore all'1%, nel 2008. Contemporaneamente è destinata a raffreddarsi l'inflazione. Il 2009 potrebbe chiudere con un incremento dell'1,1% in media d'anno, il 2010 dovrebbe terminare con l'1,4%. La dinamica salariale, dopo l'aumento temporaneo registrato nel 2008 in corrispondenza con il rinnovo della maggior parte della maggior parte dei contratti, scenderà di nuovo nel 2009. A beneficiarne sarà il costo del lavoro per unità di prodotto che, pur in presenza di un nuovo calo della produttività in concomitanza con il peggioramento delle condizioni del ciclo, rallenterebbe quest'anno per circa due punti percentuali, al 3,8% nel settore privato e al 3,2% nell'intera economia. La debolezza ciclica indurrà un ulteriore flessione dei margini di profitto.

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