Bce: nel 2010 crescita moderata, pesano le incertezze

Bce: nel 2010 crescita moderata, pesano le incertezze

Nel bollettino mensile di aprile la Banca centrale europea sostiene che nell'Eurozona si prospetta "un ritmo di crescita complessivamente moderato, in un contesto caratterizzato da incertezza".

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15 aprile 2010
Nel 2010 si prospetta “un ritmo di crescita complessivamente moderato nell’area euro, in un contesto caratterizzato da incerte

Nel 2010 si prospetta “un ritmo di crescita complessivamente moderato nell’area euro, in un contesto caratterizzato da incertezza, con un probabile andamento discontinuo a causa di alcuni fattori straordinari”. E’ quanto sostiene la Bce nel bollettino mensile di aprile. L’attività economica dell’area dell'euro, rileva l’Istituto di Francoforte, “è cresciuta dello 0,4% nel terzo trimestre del 2009, dopo un periodo di brusca contrazione, mentre nel quarto trimestre il Pil in termini reali ha ristagnato, in base alla seconda stima dell’Eurostat. L’economia ha beneficiato della ripresa in atto su scala mondiale, dei significativi interventi di stimolo macroeconomico e delle misure adottate per ripristinare il funzionamento del sistema bancario”. Gli indicatori disponibili, in particolare le ulteriori informazioni positive emerse dalle indagini congiunturali presso le imprese, sottolinea la Bce, “suggeriscono che la ripresa economica è proseguita nell’area dell’euro nei primi mesi del 2010, sebbene possa avere risentito di vari fattori straordinari, fra i quali le condizioni meteorologiche avverse”.

Di conseguenza, aggiunge la Banca centrale, “l’espansione del pil dell’area è probabilmente rimasta discontinua al volgere dell’anno ed è dunque preferibile non soffermarsi sulla volatilitè riscontrata su base trimestrale e confrontare i dati di crescita nell’arco di un semestre. Guardando al futuro, il Consiglio direttivo si attende che il tasso di incremento del Pil resti moderato nel 2010, tenuto conto del processo di aggiustamento dei bilanci in corso in diversi settori e dell’aspettativa che il basso livello di utilizzo della capacità produttiva freni verosimilmente gli investimenti e che i consumi siano contenuti dalle deboli prospettive del mercato del lavoro”.

 

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