BCE: "PER EUROZONA SIGNIFICATIVO RALLENTAMENTO ECONOMICO"
BCE: "PER EUROZONA SIGNIFICATIVO RALLENTAMENTO ECONOMICO"
TRICHET: MOLTO NEGATIVA LA CRESCITA DI EUROLANDIA NEL PROSSIMO FUTURO
Gli ultimi dati indicano per Eurolandia un ''prolungato'' e ''significativo'' rallentamento economico. Lo ha detto a Francoforte, in risposta alle domande dei giornalisti, il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, al termine del Consiglio direttivo dell'Istituto di Francoforte che ha mantenuto i tassi invariati al 2%.
La crescita di Eurolandia nel quarto trimestre si prospetta molto negativa. Le aspettative inflazionistiche – ha dichiarato Trichet – continuano ad essere in linea con l'obiettivo Bce di stabilità dei prezzi nel medio-termine. Gli sviluppi dei prezzi petroliferi potrebbero mettere sotto pressione l'inflazione nei prossimi mesi, che però dovrebbe tornare ad accelerare solo nel secondo semestre.
"Guardando avanti - ha proseguito Trichet - i prezzi più bassi delle commodities e la prospettiva di una domanda debole confermano la nostra valutazione di metà gennaio secondo cui le pressioni inflazionistiche nella zona euro stanno diminuendo soprattutto grazie agli effetti base derivanti dall'andamento passato dei prezzi dell'energia. I tassi d'inflazione annua - ha aggiunto - dovrebbero scendere ulteriormente nei prossimi mesi, e attestarsi all'1,9% nel medio termine”.
Sul fronte tassi d'interesse, il presidente della BCE ha detto che Il livello del 2% non va considerata la soglia minima. Al riguardo, al consiglio direttivo di marzo si potrebbe discutere un eventuale taglio vicino al quarto di punto percentuale. In ogni caso, l’idea di portarli allo 0% non è “qualcosa che al momento consideriamo appropriato''.
La BCE non è favorevole all'emissione da parte dell'Unione europea di titoli obbligazionari per finanziare aiuti al sistema finanziario. Per questo, ha ricordato Trichet, esiste già la Banca europea degli investimenti.
Quanto alle politiche economiche, esse devono rispettare l'economia di mercato e la concorrenza, resistendo all’idea di fare ricorso al protezionismo.