Benzina: Figisc, "intervento sulle accise importante ma non basta"

Benzina: Figisc, "intervento sulle accise importante ma non basta"

Secondo il segretario Luca Squeri, "un intervento sulle accise della benzina per stemperare l'effetto del caro-petrolio sarebbe un segnale importante, anche se è chiaro che ci si trova di fronte ad un problema strutturale che richiede scelte strategiche".

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20 aprile 2006
BENZINA: FIGISC-CONFCOMMERCIO, INTERVENTO SU ACCISA SEGNALE IMPORTANTE =

Benzina: Figisc, intervento su accise segnale importante ma non basta

 

Un intervento sulle accise della benzina per stemperare l'effetto del caro-petrolio sarebbe "un  segnale importante", anche se "è chiaro che ci si trova di fronte ad un problema strutturale" che richiede scelte strategiche. Parole di Luca Squeri, segretario Nazionale della Figisc\Anisa  Confcommercio che sottolinea come "il nodo di fondo è quello della dipendenza dell'economia dalle tradizionali fonti energetiche costituite dal petrolio". Con il petrolio a 74 dollari al barile, "ritorna il problema di qualche forma di intervento per arginare la pressione congiunturale  dei mercati internazionali sul prezzo al consumo". "E' noto – ha precisato Squeri- che non sono possibili modificazioni dell'IVA (per ragioni di vincolo comunitario), mentre è attuabile una modificazione dell'accisa gravante sui carburanti: un meccanismo elastico che consenta di trasferire l'aumento dell'IVA sul prezzo industriale che si determina per l'aumento della materia prima su una corrispondente riduzione dell'accisa, con una elasticità che si attagli alle  modificazioni del mercato internazionale". "Tuttavia – aggiunge Squeri - ci sono due elementi cruciali: il primo è che nel giro di un anno, l'IVA è aumentata rispetto al prezzo industriale di 0,018 euro/litro per la benzina e 0,014 euro/litro per il gasolio (35 e 27 vecchie lire al  litro): una componente davvero marginale dell'intero prezzo".  "Il secondo - rileva Squeri – è che ogni centesimo di riduzione delle imposte vale circa 471 milioni di euro in meno di minori introiti erariali su base annua. In sostanza, visti i consumi e l'aumento dell'IVA sopra descritto rispetto ad un anno fa, un pacchetto di 754 milioni di euro". "Vi possono essere interventi sulla leva fiscale o su altri fattori del sistema o della filiera, ma è chiaro che sempre di marginalità si tratta rispetto alla questione della pesantezza del prezzo, soprattutto se l'attuale congiuntura si avvierà ad essere un dato strutturale perdurante".  Secondo Squeri tra le soluzioni possibili c'è quella di decidersi una volta per tutte a percorrere la via delle fonti alternative e rinnovabili, a rivalutare seriamente alcune delle opzioni che sono state frettolosamente abbandonate alcuni anni or sono (il nucleare, ad esempio). Non ci sono alternative di sorta ed è inutile baloccarsi  con marginalità scarsamente efficaci". "Né ci sembra -conclude Squeri- che si possa invocare - anche se e' nuovamente affiorata - in questo  frangente la miracolistica ricetta della grande distribuzione che  abbatte i prezzi dei carburanti: curereste il tetano con un'aspirina  effervescente?".

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