Berlusconi aggredito a Milano

Berlusconi aggredito a Milano

Il premier è stato colpito al volto al termine del comizio in Piazza Duomo. Trauma facciale e frattura del setto nasale. Arrestato un uomo con problemi mentali. La soilidarietà del mondo politico.

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14 dicembre 2009
Ieri sera Silvio Berlusconi, pochi minuti dopo la fine del suo comizio in piazza Duomo a Milano, è stato colpito al volto da u

Ieri sera Silvio Berlusconi, pochi minuti dopo la fine del suo comizio in piazza Duomo a Milano, è stato colpito al volto da una statuina, un souvenir per turisti, raffigurante lo stesso Duomo. Il premier stava firmando degli autografi. Alcuni filmati mostrano l'uomo che ha lanciato l'oggetto prendere la mira e poi scagliare la statuina. L’autore del gesto, subito bloccato dal servizio d’ordine del premier, è Massimo Tartaglia, 42 anni, nessun precedente penale, residente a Cesano Boscone, paesino dell’hinterland milanese, in cura da dieci anni al Policlinico di Milano per problemi mentali. Secondo la testimonianza di Ignazio La Russa, ministro della Difesa, presente sul luogo dell’aggressione, “solo le forze dell’ordine hanno impedito il linciaggio dell’assalitore”. Berlusconi, colpito in pieno volto, ha perso l’equilibrio e si è accasciato al suolo. Le sue guardie del corpo lo hanno immediatamente soccorso e aiutato a entrare in un’auto. Ma il premier, malgrado il dolore e la bocca che perdeva sangue, è uscito per pochi istanti dall'abitacolo per salutare la folla e rassicurarla sul suo stato di salute. Poi il ricovero immediato presso l'Ospedale San Raffaele, dove Berlusconi è stato sottoposto subito a tac con esito negativo. La prognosi è di venti giorni, mentre potrebbe essere dimesso dall'ospedale oggi o domani. Secondo il primo referto, il presidente del Consiglio avrebbe subito la lesione lacero-contusa interna ed esterna delle labbra con due denti lesi e la rottura di uno di questi. Il sottosegretario Paolo Bonaiuti ha in seguito precisato che il premier ha subito anche la rottura del setto nasale. Secondo la testimonianza di Alberto Zangrillo, medico di fiducia di Berlusconi e presente sul luogo dell'incidente, il premier “è molto scosso, abbattuto e dispiaciuto, si tratta, comunque, di una situazione normale in casi di contusioni o ferite al volto”. In nottata non è stato sedato e ha potuto cenare. Un bollettino medico sulle condizioni del premier sarà diffuso questa mattina alle 12. L’autore dell'aggressione è stato condotto in questura, dove dopo un primo interrogatorio, presente la psicologa che lo assiste da anni, il suo fermo e' stato tramutato in arresto con l'accusa di lesioni pluriaggravate. In tasca aveva un piccolo crocifisso e una bomboletta spray urticante al peperoncino. Si e' appreso che Tartaglia lavora come grafico presso la ditta del padre e che abita con i genitori. La sua abitazione e' stata perquisita già ieri sera. Secondo le prime indiscrezioni sulle indagini, le forze dell'ordine ritengono che si sia trattato di un gesto isolato di uno squilibrato. Tartaglia, oltre a non avere precedenti penali, non milita in nessun gruppo politico ed è sconosciuto agli agenti della Digos. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha telefonato in tarda serata al presidente del Consiglio per esprimergli la sua solidarietà. Condanna unanime dell'aggressione da parte di tutte le forze politiche, con l'unica eccezione dell’Idv. Dice in una prima dichiarazione Antonio Di Pietro: “Sono contro la violenza, ma Berlusconi con il suo comportamento e il suo menefreghismo istiga alla violenza”. Immediate le repliche. “Le dichiarazioni di Di Pietro sono inaccettabili. Non si può in alcun modo giustificare un atto di violenza”, dichiara Gianfranco Fini, presidente della Camera. Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl a Montecitorio, la responsabilità di quanto è accaduto è del leader dell'Idv  che “ha fatto in questi giorni un invito alla violenza”. Anche Pd e Udc prendono le distanze dall'Idv. Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, “la violenza è in ogni caso ingiustificabile e inaccettabile”. Solidarietà a Berlusconi viene espressa “senza se e senza ma” da Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc.

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