BILLE': "TRIPLICATO IL PRELIEVO FISCALE A LIVELLO LOCALE"

BILLE': "TRIPLICATO IL PRELIEVO FISCALE A LIVELLO LOCALE"

D:6-3-2002 P:01 T:L'Italia alla prove del federalismo: le proposte di Confcommercio

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6 marzo 2002
Spero che non dispiacerà ai miei illustri interlocutori se, introducendo questa tavola rotonda, parto da un problema per così dire di dettaglio ma che, a mio giudizio, esemplifica, in modo efficace, il vero, primario obiettivo del progetto di riforma fed

Billè: “Triplicato il prelievo fiscale a livello locale”

 

“Il progetto di riforma federalista, se non si vuole che finisca nel libro dei sogni e delle grandi illusioni, deve prima di tutto creare strutture pubbliche in grado di offrire al cittadino servizi migliori di quelli che lo Stato centrale è riuscito fino ad ora a dare”. Con questa considerazione il Presidente Sergio Billè ha introdotto il convegno “Il Paese alla prova del federalismo: sfide e opportunità per le imprese” , organizzato a Roma da Confcommercio per analizzare insieme ai rappresentanti delle istituzioni alcune questioni fondamentali per la competitività del Paese insite nel percorso di devolution avviato con le modifiche al Titolo V della Costituzione.

A proposito di competitività, non si può non partire dalla questione del federalismo fiscale. Quando la riforma federalista verrà completata, si chiedono i cittadini e le imprese, pagheremo più o meno tasse di quante ne paghiamo oggi? Billè ha chiesto

“prove tangibili sul fatto che il percorso sarà rapido, poco costoso, efficiente. In una parola, virtuoso”, perché “i pur timidi segnali di riduzione del carico tributario rischiano di essere completamente vanificati dall’andamento del prelievo fiscale a livello locale che, in questi ultimi anni, si è più che triplicato”. Mentre la pressione fiscale e contributiva delle amministrazioni centrali è rimasta sostanzialmente invariata dal ‘91 al ‘99, quella delle amministrazioni locali è infatti passata dal 2% al 5,4%. E all’aumento subito negli ultimi anni dall’imposta sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni fa da contraltare la recente  esenzione delle insegne di esercizio che, da segnalazioni pervenute a Confcommercio su comportamenti difformi di enti e concessionari periferici, si presenta di problematica attuazione; alcuni tributi, inoltre, ben lontano dall’essere semplificati, sono stati invece resi di più complessa esazione.

Ci vuole chiarezza, insomma, soprattutto in quanto rimane ancora vago “come il progetto di riforma fiscale approntato dal governo si possa conciliare ed intersecare con i nuovi poteri di imposizione fiscale che verranno assegnati alle Regioni e agli Enti Locali”.

Altra questione che il Presidente di Confcommercio ha posto sul tavolo riguarda

le attività ordinarie delle imprese. Fino a quando le Regioni non interverranno con proprie leggi, esiste infatti il pericolo di un immobilismo che potrebbe portare ulteriore disorientamento nel mercato. E’ per questo che Billè ha auspicato, in attesa che il federalismo sia un fatto compiuto, che “lo Stato continui a svolgere, possibilmente migliorandolo, il suo ruolo di coordinamento in modo da consentire al mercato di procedere su logiche e direttrici di vero sviluppo”.

Altrettanto importante è il tema della sussidiarietà, che per Billè non deve essere solo “verticale”, ovvero consistere nella ripartizione e nell’attribuzione agli organi locali delle competenze che fino a ieri sono state degli organi statali. E’ necessario “avere un percorso “orizzontale” che consenta il coinvolgimento di organismi, strutture e categorie produttive impegnati anch’essi, in prima linea, nei progetti di sviluppo del territorio.

In questo senso riteniamo fondamentale il riconoscimento istituzionale del ruolo esercitato dalle organizzazioni imprenditoriali che già da tempo interagiscono con la pubblica amministrazione, come ad esempio i centri di assistenza tecnica”.

Billè ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di evitare la creazione “di piccoli feudi territoriali che ripetano i tanti errori - surplus di burocrazia, alti costi, scarsa efficienza - compiuti in questi anni dallo Stato centralista”, di “debellare tutto ciò che fino ad oggi ha frenato o addirittura impedito lo sviluppo di un libero mercato” e di “smobilitare gli ambulacri di una burocrazia romana che ha prodotto fin troppi danni, evitando però che essa metta radici altrove”.

 

 

 

 

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