BUONGIARDINO (CONFCOMMERCIO): "RIFORMA DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI NECESSARIA PER UNA VERA CONCORRENZA"

BUONGIARDINO (CONFCOMMERCIO): "RIFORMA DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI NECESSARIA PER UNA VERA CONCORRENZA"

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28 gennaio 2009
Buongiardino (Confcommercio): “Riforma dei Spl opportunità di apertura alla concorrenza”

Buongiardino (Confcommercio):  “Riforma dei Spl opportunità di apertura alla  concorrenza”

 

Simonpaolo Buongiardino, membro della Giunta di Confcommercio, ha partecipato alla presentazione della ricerca sul mondo dei servizi pubblici locali realizzata dal Censis per conto di Confservizi, al Palazzo delle Esposizioni a Roma. “Il 2009 si prospetta come un anno difficile per la nostra economia, un anno di crisi. E pur non iscrivendoci tra i più pessimisti – ha detto Buongiardino - prevediamo infatti per l’anno in corso un Pil a –0,6% e consumi a –0,7%, non possiamo non rilevare che la crisi finanziaria sta accentuando le debolezze strutturali del nostro sistema economico. Del resto, in Europa il nostro Paese cresce poco e meno degli altri.  E anche per il 2010 non sembrano al momento esserci margini per un recupero sensibile in termini di Pil e consumi; anzi  corriamo il grande rischio di ritrovarci con un livello di spesa pro-capite inferiore a quello del 2005”.

Secondo Buongiardino, “in questo contesto critico il completamento della riforma dei servizi pubblici locali può rappresentare un’opportunità di crescita. Credo, infatti, che importanti spazi di competitività e, quindi, di efficienza possano essere oggi recuperati con una reale apertura del settore alla concorrenza, con la definizione di più efficaci meccanismi di controllo e con maggiori poteri per le autorità amministrative indipendenti a garanzia di trasparenza, equità e aderenza delle tariffe ai costi. Privatizzazioni e liberalizzazioni, dunque, a  vantaggio di tutti gli attori economici e sociali: non soltanto, quindi, per gli erogatori di servizi, ma anche, e soprattutto, per gli utilizzatori e i territori interessati”.

“Il contesto normativo di riferimento è, infatti, ancora caratterizzato da un’attuazione non uniforme sul territorio dei principi contenuti nel Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (T.U.E.L.), che ha prodotto modalità gestionali diversificate, prassi interpretative disomogenee, incertezze applicative.  Inoltre, la tendenza degli enti locali ad affidare la gestione dei servizi a società a capitale interamente pubblico, con frequente elusione del ricorso alla gare, ha di fatto comportato il perdurare di situazioni di monopolio con conseguente creazione di ingiustificate rendite di posizione. Ad esempio, in tema di gestione dei rifiuti, si è assistito ad una  politica degli enti locali non felice; nel passaggio dalla T.A.R.S.U (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) al sistema tariffario i costi medi per le imprese sono cresciuti del 187%, con punte fino al 500%, senza che ciò sia stato giustificato da corrispondenti aumenti dei volumi di rifiuti prodotti. Nel settore energetico, poi, non è una novità che le piccole e medie imprese italiane paghino l’elettricità il 40% in più rispetto alla media europea, arrivando a spendere più del doppio di quanto pagano le imprese in Francia. In questo contesto, si inserisce l’articolo 23-bis del decreto legge 112/2008, convertito nella legge 133/2008, che delinea principi senz’altro condivisibili ma i cui principali effetti sono demandati all’emanazione di appositi regolamenti governativi di completamento del quadro normativo.

In tale senso ci auguriamo che il Governo compia scelte strategiche chiare e precise per la definizione di una disciplina organica della materia che eviti compromessi, incertezze ed ambiguità”.

“E’, inoltre, necessario – ha aggiunto Buongiardino - garantire un livello qualitativo di servizi decisamente superiore a quello attuale, l’innovazione delle infrastrutture necessarie all’erogazione dei servizi stessi, e prezzi e tariffe nei servizi realmente competitivi. Tradurre in regole i principi più volte affermati nell’ambito dei diversi disegni di legge presentati in materia, come ad esempio il ricorso ordinario allo strumento della gara, è oggi, quindi, più che mai, necessario per modernizzare il Paese e assicurare da parte delle amministrazioni competenti la scelta del soggetto che, indipendentemente dalla titolarità del capitale sociale, meglio risponde alle necessità del servizio in una prospettiva di efficienza ed efficacia”.

Buongiardino ha poi ricordato altri due temi critici: il problema dimensionale delle imprese di servizi pubblici e il differenziale nella qualità dei servizi tra le varie regioni.

“Sotto il primo aspetto – ha detto - favorire l’aggregazione delle gestioni locali appare oggi non solo un’opportunità per ridurre i costi e aumentare l’efficienza dei servizi, ma anche un’esigenza connessa con l’ampliamento dei mercati e lo sviluppo della concorrenza.

 

Sul piano della qualità e dei costi dei servizi tra i vari territori ci troviamo, invece, di fronte ad vera e propria giungla di diversificazioni, sia in termini tariffari che di prestazioni erogate. Tale situazione penalizza di fatto quelle imprese che, seppur virtuose, si trovano ad operare in territori da questo punto di vista deficitari. Penso, ad esempio, alle problematiche del settore idrico che contribuiscono ad allontanare i flussi turistici da zone che potrebbero altrimenti svilupparsi in misura considerevole.”

“Dunque, Confcommercio lancia una proposta: considerata l’importanza dei servizi pubblici locali e il rilevante impatto che la nuova normativa produrrà su tutti i settori economici, sarebbe opportuna la costituzione di Osservatori settoriali sulle gare con la partecipazione delle associazioni di categoria, espressione del partenariato economico e sociale. Uno strumento questo di trasparenza, di valorizzazione e di salvaguardia del nostro tessuto economico quasi totalmente caratterizzato da piccole e medie imprese”.

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