Camere di Commercio: semaforo verde per la riforma

Camere di Commercio: semaforo verde per la riforma

Il Governo ha approvato l'iter di riforma delle Camere di Commercio dopo sedici anni dal precedente riordino. Scajola: "importante rafforzamento della capacità di azione delle Camere di Commercio per la promozione e lo sviluppo delle economie locali".

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17 dicembre 2009
Via libera dal Governo alla riforma delle Camere di Commercio a distanza di sedici anni dal precedente riordino

Via libera dal Governo alla riforma delle Camere di Commercio a distanza di sedici anni dal precedente riordino. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha infatti approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo, che dà attuazione alla delega contenuta nella Legge Sviluppo, con cui si rivede la disciplina del sistema delle centocinque Camere di Commercio italiane, dove sono occupate oltre novemila persone, e che rappresentano oltre 6 milioni di imprese. “Si tratta – ha detto il ministro Scajola - di un importante rafforzamento della capacità di azione delle Camere di Commercio per la promozione e lo sviluppo delle economie locali, particolarmente utile non solo in questa fase di ripresa economica ma, soprattutto, per rendere più competitivo il Sistema Italia al fine di meglio affrontare le sfide dell'internazionalizzazione dei mercati”. Per Scajola, “con questa riforma si introducono tra l'altro elementi di semplificazione, efficienza e sussidiarietà per ammodernare queste istituzioni, caratterizzate da una presenza molto ramificata sul territorio, con oltre 130 aziende speciali e più di 1.500 partecipazioni in società miste, molte delle quali impegnate nella gestione di rilevanti reti infrastrutturali”.  La riforma punta a valorizzare l’autonomia delle Camere di commercio, il raccordo con le Regioni e la funzione di indirizzo del Ministero dello Sviluppo Economico per garantire l'uniformità delle funzioni fondamentali sul tutto il territorio nazionale. Nell'ambito di un ammodernamento dell'organizzazione del sistema camerale del nostro Paese si prevede, tra l'altro, la promozione delle Unioni regionali; l'accorpamento dei servizi tra le Camere di minori dimensioni e si limita l'istituzione di nuove Camere di commercio se non c'e' un numero minimo di aziende. L'obiettivo e' quello di rendere più efficiente il sistema camerale e conseguire migliori economie di scala. Per quanto concerne il funzionamento degli organi camerali, la riforma rende più trasparenti e verificabili le procedure per la costituzione dei consigli camerali e prevede la presenza anche di un rappresentante dei liberi professionisti. Sono inoltre superate le principali cause che portavano al commissariamento delle Camere di commercio, prevedendo a seconda dei casi un potere sostitutivo del Ministro dello Sviluppo Economico o del Presidente della Regione Tra le novità del decreto c'e' il rafforzamento dell' Unioncamere, con un suo più efficace raccordo con le Amministrazioni centrali, le Regioni e gli Enti territoriali, un più forte potere di coordinamento del sistema camerale  Viene pure qualificata la figura del Segretario Generale della Camera di commercio, introducendo criteri di maggiore selettività e percorsi di formazione continua.          

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