Camusso: "con nuovo aumento Iva condizioni di vita peggiori"

Camusso: "con nuovo aumento Iva condizioni di vita peggiori"

Secondo il segretario generale della Cgil, "il primo capitolo fondamentale per crescere si chiama fisco: è urgente abbassare la pressione fiscale su lavoratori e imprese". Lavoro: "la precarietà è un gigantesco inganno".

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24 marzo 2012

Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, è intervenuto a Cernobbio nell'ambito della discussione dedicata all'innovazione, al turismo e alla cultura. Il vero tema da mettere all'ordine del giorno, secondo la leader di Corso Italia, è "come far crescere il nostro Paese, altrimenti rischiamo che i nostri sforzi non siano percepiti nella loro ampiezza. E il primo capitolo fondamentale da affrontare in questa direzione si chiama fisco: siamo stupiti, a questo proposito, che il Governo abbia rinviato ancora una volta la delega fiscale, fatto che genera incertezza mentre ci sarebbe una straordinaria urgenza di abbassare la pressione fiscale su lavoratori e imprese. Inoltre, un nuovo aumento dell'Iva determinerebbe uno straordinario peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle imprese interessate". Il segretario generale della Cgil ha quindi sottolineato come fattori di crescita "l'innalzamento del tasso di istruzione del nostro Paese, elevando l'età della scuola dell'obbligo a 18 anni" e l'attivazione di investimenti ("il governo dovrebbe coinvolgere le grandi imprese e chiedere loro di cosa avrebbero bisogno per investire, occorre trovare un punto di equilibrio tra il livello di investimenti necessari e ciò che il governo può mettere in campo"). Infine, non poteva mancare un passaggio sulla riforma del mercato del lavoro: "di per sé le regole non creano posti, è utile regolare il lavoro ma la crescita la mettono in moto solo investimenti idonei". "Sugli ammortizzatori - ha proseguito la Camusso - siamo lontani dall'universalità di cui ci sarebbe bisogno, mentre contrasteremo con ogni mezzo soluzioni di stati di crisi aziendali costruite sui licenziamenti e sosteniamo che per ogni licenziamento illegittimo abbia medesima sanzione". "La precarietà - ha concluso - è un gigantesco inganno con il quale si proteggono scelte di non competizione e non innovazione: non si può essere competitivi solo riducendo i costi senza puntare sulla qualità".

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