Casini: "le riforme non possono aspettare"

Casini: "le riforme non possono aspettare"

Il panel finale del Forum 2010 di Cernobbio è stato consacrato al tema delle riforme

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13 marzo 2010

Il panel finale del Forum 2010 di Cernobbio è stato consacrato al tema delle riforme. Moderato dal direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, al dibattito hanno preso parte Antonio Catricalà, presidente dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, ed Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico. Dopo l’introduzione del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli (vedi allegato all’articolo Sangalli: "per tornare alla crescita sviluppare servizi e Mezzogiorno"), Catricalà ha evidenziato che in tema di riforme “una grande opportunità da non farsi sfuggire è la legge sulla concorrenza” aggiungendo poi che il nostro “è un Paese bloccato, basti pensare che il 40% dei figli dei professionisti fa il medesimo lavoro del padre”.

 Il presidente dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha quindi concluso sottolineando la “assolutà necessità di fare le riforme. C’è bisogno di liberalizzare e sburocratizzare”. Secondo Pier Ferdinando Casini, invece, “sbaglia chi dice che il processo di riforme, in tempi di crisi, possa aspettare. E’ vero esattamente il contrario ed anzi bisogna partire da quelle più difficili”. Ma oggi “abbiamo un governo di destra che al Nord parla la lingua del protezionismo, mentre sulle liberalizzazioni è più a sinistra del governo Prodi”. Più che le riforme politiche, per il leader dell’Udc, “bisogna partire da quelle economiche, anche se sembra proprio che il governo non abbia intenzione di farle. E bisogna cominciare dal quoziente familiare, dal cuneo fiscale, dalla revisione del patto stabilità per gli enti locali e degli studi di settore. Prima della fine della legislatura bisogna cominciare a parlare concretamente di questi temi, perché tutto il resto è una fuga della realtà”. Ultimo a prendere la parola è stato Enrico Letta: “nonostante gli auspici di tutti – ha detto – l’uscita dalla crisi si è finora dimostrata un’illusione”. Anche per il vicesegretario del Partito Democratico “servono riforme, a partire da quella del fisco, premiando chi investe, chi rischia, chi assume. Bisogna poi ‘asciugare ‘gli incentivi alle imprese, che generano burocrazia, investendo quei soldi sui crediti d’imposta e sull’aumento del ‘forfettone’”. Altri fronti di intervento, per Letta, devono essere quelli del welfare (“il nostro sistema di ammortizzatori sociali premia solo la grande impresa e il lavoro a tempo indeterminato”), della giustizia civile (“una questione chiave: è per questo che uno degli effetti della crisi è il ‘non ti pago’”) e del Mezzogiorno (”serve un progetto nazionale in base al quale il Sud sia utile a tutto il resto dell’Italia”).

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