Contratti: Cgil e Uil, “ok ad una verifica dell’accordo del ‘93�

Dopo il primo passo compiuto dal leader della Cisl Raffaele Bonanni, anche Cgil e Uil “sposano� la linea della revisione dei modelli contrattuali determinata dagli accordi del 23 luglio 1993. “Sull’accordo del ‘93 - ha continuato il leader della Cgil - abbiamo bisogno delle manutenzione e delle verifiche che  l'esperienza ci consiglia di fare. E anche il numero dei contratti va semplificato�. Piu' nel dettaglio, parlando di contrattazione di primo e secondo livello, Epifani ha spiegato che “non c’è un problema di secondo livello, ma fermo restando quello il primo livello nazionale deve mantenere per intero il suo valore, di cui non possiamo fare a meno�. Il valore del 23 luglio è stato infatti proprio quello di ''proporre un modello unitario per l'industria, il commercio, l'agricoltura, il pubblico impiego e il terziario. Non intendo rinunciare a questo modello unitario per tutti i lavoratori. Se cedessero alla logica dei contratti differenziati - ha concluso - avremo danni sociali in termini di costi, diritti e rappresentanza''. Anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, sollecita un confronto per modificare le regole contrattuali del '93. “Bisogna cambiare il modello contrattuale - ha detto Angeletti intervenendo alla conferenza organizzativa della Cisl - non bisogna avere paura di noi stessi. Sarebbe incomprensibile. Quello che abbiamo stipulato nel '93 era un ottimo accordo per gli anni '90, quando i tassi di inflazione erano 4-5 volte quelli attuali�. Secondo il leader della Uil, “oggi quel modello è oggettivamente sbagliato e non risponde alle nuove sfide, in particolare quella per la crescita economica�. “Quel modello - ha aggiunto Angeletti - non serve per la fase che abbiamo davanti. Produce, invece, effetti negativi. E' il momento di cambiarlo�.