Cnel: nel 2009 i disoccupati in Italia potrebbero arrivare a 460 mila

Cnel: nel 2009 i disoccupati in Italia potrebbero arrivare a 460 mila

Nei prossimi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddito

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22 luglio 2009
Cnel: nel 2009 i disoccupati in Italia potrebbero arrivare a 460 mila

Cnel: nel  2009 i disoccupati in Italia potrebbero arrivare a 460 mila

Tracciato dal Rapporto del Cnel il futuro del mercato del lavoro. La disoccupazione in Italia continuerà ad aumentare e se il ricorso alla Cassa Integrazione nell'ultimo bimestre ha registrato un rallentamento, resta comunque su livelli assoluti molto elevati, a testimonianza della profondità della crisi. Per il 2009 è prevista una perdita di posti di lavoro tra le 620mila e le 820mila unità. Il tasso di disoccupazione a fine anno potrebbe collocarsi poco al di sotto del 9 per cento. Cruciali - secondo il Cnel  - nel determinare le caratteristiche e l'intensità della ripresa saranno gli ultimi mesi del 2009 e i primi del 2010.

Per questo motivo nei prossimi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddito così come diventa determinante anche l'impulso che le stesse parti sociali e le autorità regionali potranno dare agli strumenti in loro possesso (enti bilaterali, fondi interprofessionali, risorse regionali e soprattutto comunitarie).

Prefigurare conclusioni sul futuro del welfare in Italia è al  momento prematuro. Ma alcuni elementi di questo Rapporto sul mercato del lavoro devono essere  sottolineati. Il sistema degli ammortizzatori sociali, controllato dalle parti sociali e a cui concorrono ora  anche le Regioni, si dimostra secondo il Cnel più adeguato nel  fronteggiare una congiuntura negativa come quella attuale perché consente di preservare meglio il capitale umano. Il cosiddetto tasso di  copertura, nelle diverse modalità di calcolo, dimostra che gli  interventi condotti negli ultimi anni hanno allargato la platea di  beneficiari.

Il Cnel, peraltro, introduce un ulteriore indicatore per  valutare l'efficienza del sistema di ammortizzatori, il tasso di sforzo, che consente di sostenere che la spesa di sostegno ai redditi comincia ad avvicinarsi a quella dei principali paesi europei, rispetto ai quali il divario tuttavia rimane significativo. Le caratteristiche assicurative e contributive del sistema di ammortizzatori sociali, non potendo essere applicate a chi non ha determinati requisiti minimi, lasciano parzialmente scoperti alcuni settori. Il Cnel ritiene quindi che una riforma degli ammortizzatori sociali debba tenere conto di alcuni elementi: a) le condizioni di accesso ai sostegni al reddito e le compatibilità di un livello di carattere universale con i costi in termini di sostenibilità finanziaria; b) il riorientamento della formazione, ancora oggi troppo slegata dai bisogni reali del mercato del lavoro, verso i cosiddetti green jobs  o white jobs (lavori legati ai servizi  socio-sanitario-assistenziali alla persona o alle famiglie) c) un sistema di tutele e sostegni al reddito per il lavoro indipendente, la vittima più significativa di questa crisi.

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