A ottobre surplus commerciale in frenata

A ottobre surplus commerciale in frenata

L'Istat registra un aumento per le importazioni (+2,7%) e una stazionarietà per le esportazioni. Il surplus è di 4,3 miliardi (era +4,6 miliardi a ottobre 2015).

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16 dicembre 2016

Rispetto al mese precedente, nell' ottobre 2016 si registra un aumento per le importazioni (+2,7%) e una stazionarietà per le esportazioni (0,0%). Il surplus commerciale è di 4,3 miliardi (+4,6 miliardi a ottobre 2015). E' quanto rileva l'Istat indicando che la stazionarietà congiunturale dell'export è la sintesi dell'aumento delle vendite verso i mercati Ue (+0,8%) e di una diminuzione di quelle verso l'area extra Ue (-1,1%). I beni di consumo non durevoli sono in crescita (+1,1%) mentre i beni di consumo durevoli (-2,6%) registrano un marcato calo. Nel trimestre agosto-ottobre 2016, rispetto al trimestre precedente, l'aumento dell'export (+1,4%) coinvolge entrambe le principali aree di sbocco, con una crescita lievemente più intensa per i Paesi Ue (+1,5%), rispetto all'area extra Ue (+1,2%). Le importazioni crescono in misura più intensa delle esportazioni (+2,9%). A ottobre la diminuzione tendenziale dell'export (-2,2%) riguarda sia l'area extra Ue (-2,3%) sia quella Ue (-2,1%); la flessione dell'import (-1,6%) è da ascrivere all'area extra Ue (-5,5%). Le variazioni tendenziali al netto dei giorni lavorativi (21 a ottobre 2016 contro i 22 di ottobre 2015) sono positive sia per le esportazioni (+3,6%) sia per le importazioni (+2,5%). Le vendite di prodotti petroliferi raffinati (-14,3%) e di computer, apparecchi elettronici e ottici (-10,0%) sono in forte calo, mentre le esportazioni di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+8,1%) contrastano la flessione tendenziale dell'export. Le esportazioni verso Turchia (-16,6%), Russia (-12,3%) e Romania (-10,7%) registrano un marcato calo tendenziale. Si segnala invece la crescita delle vendite verso paesi ASEAN (+11,4%), Cina (+9,4%) e Giappone (+7,5%). Nei primi dieci mesi dell'anno l'avanzo commerciale raggiunge 41,6 miliardi (+63,1 miliardi al netto dei prodotti energetici).

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