Costi energia terziario: lieve calo a inizio anno, ma in 2023 spesa per imprese 38mld, triplo del 2021

Costi energia terziario: lieve calo a inizio anno, ma in 2023 spesa per imprese 38mld, triplo del 2021

Prorogare i termini per il superamento della maggior tutela ed estendere la sterilizzazione degli oneri generali di sistema anche alle utenze con potenza disponibile superiore a 16,5 kW

Il calo della domanda, dovuto soprattutto al clima mite in tutta Europa, e le ingenti scorte di gas approvvigionate negli ultimi mesi hanno creato le condizioni favorevoli per una prima riduzione del costo delle forniture di energia. A gennaio, infatti, arrivano alcuni segnali positivi dai mercati dell’energia che registrano un calo dei prezzi all’ingrosso di gas ed elettricità: le quotazioni del gas naturale sono scese a circa 55 €/MWh (livello registrato nel 2021 quando la guerra doveva ancora iniziare), mentre i prezzi dell’energia elettrica viaggiano stabilmente sotto i 200 €/MWh.

Anche per le imprese del terziario di mercato, si registrano le prime riduzioni del costo delle forniture di energia elettrica (-12%) e del gas naturale (-33%), ma il costo complessivo dell’energia resta comunque ancora elevato. Per il 2023, infatti, la stima della spesa complessiva sostenuta da queste imprese per le forniture di energia elettrica e gas è pari a 38 miliardi di euro, in calo rispetto ai 41 miliardi del 2022 proprio in ragione del calo dei prezzi delle commodities energetiche, ma è un valore che rimane, comunque, ancora molto al di sopra dei 13 mld del 2021. Va, inoltre, evidenziato come, in prossimità del termine previsto per il superamento del regime di maggior tutela – dal prossimo 1° aprile per le microimprese con potenza pari o inferiore ai 15 kW - la tariffa del mercato tutelato continui a presentare valori decisamente più bassi rispetto a quelli del mercato libero (0,53 euro/kWh contro 0,65 euro/kWh per il primo trimestre 2023). Di fronte a questi dati è necessario pertanto prorogare, almeno fino alla fine del 2023, la data prevista per il superamento della tutela di prezzo per le microimprese, così come rimane essenziale estendere la sterilizzazione degli oneri di sistema anche in favore delle utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kW, oggi escluse dalla misura. Per quanto riguarda i carburanti, invece, il ripristino delle accise fa risalire a gennaio i prezzi di benzina e gasolio: è quanto emerge dall’Osservatorio Confcommercio Energia, analisi trimestrale realizzata in collaborazione con Nomisma Energia.

Anche la spesa complessiva delle famiglie (per elettricità e gas) si prevede che scenda nel 2023, dal picco di 82 miliardi di € raggiunto nel 2022, a 61 miliardi di €, valore in ogni caso sempre molto più alto dei 41 miliardi di € registrati nel 2021. Per i trasporti, invece, non si intravede un calo, con la spesa del settore legata al gasolio diesel, atteso salire ulteriormente: questo determinerà una spesa complessiva di 38 miliardi di € nel 2023, contro i 37 del 2022 e i 30 miliardi del 2021.

Secondo le stime dell’Osservatorio di Confcommercio, per tutte le categorie del settore terziario, arrivano segnali incoraggianti: nel mese di gennaio 2023, rispetto alle rilevazioni dello scorso ottobre 2022 (Fig. 2), si stima una riduzione media del costo delle forniture di energia elettrica del 12%. Per un albergo, la riduzione di spesa, tra ottobre 2022 e gennaio 2023, si aggira intorno ai 9.000 € (-4%), mentre per un ristorante è di circa 3.000 € (-11%). Per i negozi di generi alimentari e non alimentari scende la spesa per la fornitura di energia elettrica, rispettivamente, del 13% e del 21%. Anche la categoria dei bar vede un risparmio di 1.000 € (-11%).

Tuttavia, nonostante il lieve miglioramento, non bisogna farsi trarre in inganno: il costo dell’energia elettrica continua comunque a rimanere su valori molto elevati. Dalle rilevazioni del mese di luglio 2022 ad oggi, la spesa annuale “elettrica” è cresciuta, per un albergo tipo, del +57% (con un “delta” che si aggira intorno ai 70.000 €), per un ristorante fino a +49%, mentre per un negozio alimentare la spesa passa da 35.000 € di luglio 2022 a circa 51.000 € (+44%), per un bar il conto annuale elettrico aumenta del 50%, mentre per i negozi non alimentari il rincaro può arrivare a +35%. Di fronte a questi dati, diviene urgente estendere la sterilizzazione degli oneri generali di sistema (che, giova rammentare, pesano per quasi il 25% sulla bolletta elettrica) anche in favore delle utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kW, oggi escluse dalla misura.

Sul fronte del gas naturale, particolarmente significativa è la riduzione della spesa di fornitura su base trimestrale: tra ottobre 2022 e gennaio 2023, la spesa per tutti i comparti del terziario presi a riferimento è infatti diminuita notevolmente, arrivando a toccare decrementi mediamente pari al 33% (Fig. 3). Per gli alberghi -14.000€ rispetto alle previsioni di ottobre 2022. Altrettanto importante la riduzione del conto annuale del gas nel settore della ristorazione, passato dai 20.000 € delle previsioni di ottobre ai circa 13.000€ stimati di gennaio (7.000€ di differenza nel giro di pochi mesi). Un -35% si registra invece per i bar e per i negozi di generi alimentari e non alimentari. Anche in questo caso, i dati potrebbero essere fuorvianti se non analizzati alla luce delle precedenti rilevazioni: occorre infatti precisare che, anche se vi è stata un’evidente riduzione dei prezzi a inizio anno, il costo delle forniture di gas continua a rimanere comunque su valori, nel complesso, elevati (in media, +27% rispetto ai dati registrati nel mese di luglio 2022).

Per quanto riguarda il prezzo delle offerte di elettricità per i settori del terziario (Fig. 4), le rilevazioni mostrano come nel mese di gennaio 2023 (rispetto al mese di ottobre 2022), esso si sia diminuito a 0,65 €/kWh: in calo rispetto ai picchi di 0,75 €/kWh di ottobre, ma superiore (di parecchio) allo 0,53 €/kWh del mercato tutelato.

Ancora oggi molte imprese continuano a preferire il mercato tutelato perché fornisce maggiori garanzie in relazione al prezzo della fornitura - definito in via amministrata - di fronte al forte rialzo dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica a cui abbiamo assistito, in particolar modo, negli ultimi mesi. Per tutelare le imprese da possibili ulteriori aggravi in bolletta, è necessario mantenere, in questo momento, un prezzo regolato dell’energia elettrica, tenuto conto che l’attuale crisi dei prezzi non è ancora rientrata e non si sono ancora determinati quei presupposti di stabilità del sistema energetico (nazionale ed europeo) necessari per avviare una piena apertura al libero mercato, con tutti i connessi vantaggi e benefici per le imprese.

Per quanto riguarda il gas, rispetto alle rilevazioni di ottobre 2022, si registra una riduzione più marcata del prezzo delle offerte sul mercato (Fig. 5), che passano, in media, da 3,08 €/mc di ottobre 2022 a 1,89 €/mc di gennaio 2023.

Rispetto alle precedenti rilevazioni (ottobre 2022), sono tornate sul mercato gas le “offerte fisse”. Il ritorno delle offerte fisse è un importante segnale di rientro (almeno parziale) alla normalità, in quando dimostra che i fornitori si rendono disponibili ad affrontare il rischio dell’offerta fissa sul mercato, almeno dietro pagamento di un sovraprezzo, quale premio di rischio per la maggiore rigidità delle condizioni contrattuali. I fattori politici internazionali alla base dei rialzi dei prezzi del gas sono comunque ancora intatti. La guerra Russa-Ucraina è distante dalla risoluzione e il pericolo di rapide oscillazioni dei prezzi e di scarsità di offerta rimane all’ordine del giorno.

Con riferimento al settore dei trasporti, il prezzo medio mensile della benzina alla pompa di dicembre 2022 è sceso del 2,3%, rispetto a quello di settembre 2022, a 1,663 €/lt (Fig. 6); ma a inizio gennaio 2023, col ripristino delle accise piene, il controvalore è risalito a quota € 1,804/lt. Il prezzo medio mensile del gasolio diesel, nello stesso arco di tempo, è invece sceso da 1,802 €/lt a 1,734 €/lt (-3,8%); mentre a inizio gennaio 2023, sempre a causa del ripristino delle accise, è risalito a 1,862 €/lt.

Il caro gasolio è sempre all’ordine del giorno: il prezzo internazionale del greggio e quello dei carburanti è fuori dal controllo governativo, ma quello delle tasse sui carburanti e della loro diminuzione, potrebbe essere tema di seria discussione per favorire il settore dell’autotrasporto.

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