Confcommercio su Decreto bollette: potenziare crediti d’imposta e azzerare oneri di sistema

Confcommercio su Decreto bollette: potenziare crediti d’imposta e azzerare oneri di sistema

Le nuove misure adottate dal Governo per mitigare l’impatto dei costi dell’energia per imprese e famiglie vanno fortemente potenziate, a cominciare dall’incremento delle percentuali dei crediti d’imposta energetici e dall’azzeramento degli oneri generali di sistema per il settore elettrico: questo il commento di Confcommercio sul nuovo decreto “energia” pubblicato lo scorso 30 marzo in Gazzetta Ufficiale.  

Nonostante i segnali di normalizzazione dei valori delle materie prime energetiche registrati nei primi tre mesi dell’anno – prosegue la nota – i prezzi delle forniture al dettaglio permangono su livelli ancora eccezionalmente elevati rispetto a quelli pre-crisi. La spesa energetica delle imprese del terziario di mercato si attesterà infatti, nel 2023, intorno ai 38 miliardi di euro: in calo rispetto ai 41 miliardi del 2022, ma quasi il triplo rispetto ai 13 miliardi del 2021. Questi dati richiamano innanzitutto la necessità di un intervento di sterilizzazione degli oneri generali di sistema per imprese e famiglie anche per il secondo trimestre dell’anno. In assenza di tale misura, i costi dell’energia subiranno, nel medesimo periodo dell’anno, un incremento di oltre 3 miliardi di euro.

Analogamente occorrerà porre in essere un deciso rafforzamento dei crediti d’imposta energetici, prevedendo un incremento della percentuale della detrazione proprio in considerazione del divario emerso tra il prezzo dell’energia elettrica nel trimestre di riferimento e i valori registrati nel 2019.

Secondo la Confederazione, il costo della sterilizzazione degli oneri e dell’incremento delle percentuali dei crediti d’imposta potrebbe trovare adeguata copertura finanziaria anche nelle risorse derivanti dai proventi delle aste ETS versati dal GSE alla tesoreria dello Stato. Stando agli ultimi dati disponibili, da gennaio a giugno 2022, l'Italia ha collocato le quote di emissione di CO2 ad un prezzo medio di 82 €/tCO2, generando proventi pari, al 30 giugno 2022, a circa 10,4 miliardi di euro.

Andranno inoltre mobilitate - conclude la nota - le risorse del piano REPowerEU, mentre la rivisitazione del PNRR dovrebbe essere occasione per rafforzare il sostegno alle imprese per l’autoproduzione di energia rinnovabile e per traguardare, al contempo, gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni di CO2.

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