Eurostat: l'Europa conferma che occorre uno shock per far ripartire i consumi

Eurostat: l'Europa conferma che occorre uno shock per far ripartire i consumi

L’Italia resta l’unica grande economia di Eurolandia con una domanda interna stagnante: questo il commento del Centro Studi di Confcommercio ai dati diffusi oggi dall’Eurostat sull’andamento delle vendite al dettaglio nei paesi dell’euro e della UE.

L’area dell’euro registra nel complesso una crescita dell’1,8% rispetto al giugno del 1999, in rallentamento dopo il 3,4% ed il 4,3% di aprile e maggio, mentre l’Italia mostra nello stesso periodo una preoccupante flessione del 2,4%: diventano così cinque i mesi, nell’arco del primo semestre, in cui si è registrata una crescita negativa delle vendite.

Le vendite al dettaglio, misurate in quantità e dunque al netto dell’impatto inflazionistico, rappresentano oltre il 40% dei consumi finali delle famiglie e quindi sono un indicatore ciclico particolarmente importante.

Mentre per tutti i paesi europei la robusta ripresa che sta sospingendo le economie del vecchio continente trova conferma anche negli indicatori ciclici congiunturali, per l’Italia appare inspiegabile il contrasto tra le dinamiche congiunturali e le previsioni di crescita per la nostra economia intorno al 3%, in assenza del contributo fondamentale della domanda interna.

È probabile, infatti, che nel nostro paese gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche derivanti dall’euro debole sul dollaro e dal caro-petrolio risultino maggiormente amplificati deprimendo i consumi, nel senso di spingere le famiglie ad una maggiore cautela e prudenza nelle decisioni di acquisto.

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