CONFCOMMERCIO VICENZA SCRIVE AI SINDACI DEL TERRITORIO

CONFCOMMERCIO VICENZA SCRIVE AI SINDACI DEL TERRITORIO

Lettera dell'Associazione ai primi cittadini dei Comuni del territorio, con l'invito a valutare la coerenza della classificazione loro attribuita ai fini degli studi e la validità della stessa in rapporto allo stato reale dell'economia locale.

DateFormat

3 marzo 2009
27 febbraio 2009 PM/kdm

 

 

Studi di settore: Confcommercio Vicenza scrive ai sindaci

 

Confcommercio Vicenza dà un nuovo impulso alla propria azione indirizzata ad ottenere studi di settore maggiormente rappresentativi della realtà e quindi più giusti ed equi nei confronti delle imprese. Dopo aver partecipato attivamente, nel 2007, all’iniziativa delle Ascom del Veneto di raccolta delle firme per sollecitare la revisione degli studi (circa 40mila le firme presentate al Ministero dell’Economia e delle Finanze, di cui 6.300 raccolte nelle varie sedi Ascom della provincia di Vicenza), parte ora dall’Associazione berica un invito a tutti i sindaci dei Comuni vicentini affinché valutino con attenzione la coerenza della classificazione loro attribuita ai fini degli studi e la validità della stessa in rapporto allo stato reale dell’economia locale.

Il decreto del 6 marzo 2008 su “Individuazione delle nuove aree territoriali omogenee in relazione alle quali differenziare le modalità di applicazione degli studi di settore”, classifica, infatti, tutti i Comuni italiani in sette gruppi, dando loro un profilo atto a misurare la propensione delle imprese localizzate sul territorio a produrre ricavi dall’attività economica esercitata.

Secondo Confcommercio Vicenza - così come è riportato nella lettera spedita ai sindaci - “da un’attenta lettura di tale classificazione, effettuata sulla base di dati statistici, appare evidente che l’elemento della territorialità del settore commercio che ne scaturisce presenta caratteristiche eccessivamente appiattite, poco rappresentative di un territorio diversificato e variegato qual è quello vicentino”. Da qui, l’invito esplicito ad ogni primo cittadino a valutare attentamente il provvedimento e, in caso di non coerenza, a deliberare la non rispondenza degli studi di settore alla specifica realtà territoriale locale.

“Ci pareva giusto richiamare l’attenzione delle Amministrazioni comunali – spiega il presidente, Sergio Rebecca – su di una questione che interessa molte imprese del terziario, vale a dire sulla limitata relazione tra la realtà fotografata dagli studi di settore e la situazione reale in cui le stesse imprese si trovano ad operare. A nostro avviso, per alcuni comuni della provincia, le discordanze sono ben evidenti. Sarebbe opportuno, quanto auspicabile, ai fini della nostra azione per giungere a studi di settore più attinenti possibili al vero, che le stesse Amministrazioni denunciassero la non coerenza con la classificazione territoriale loro assegnata. Ciò favorirebbe la revisione degli studi, come da tempo chiede, appunto, Confcommercio”.

 

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca