CONSUMI IN CALO ANCHE NEL 2008

CONSUMI IN CALO ANCHE NEL 2008

Secondo le previsioni di Confcommercio, contenute nel Rapporto Consumi, "la crescita sarà dell'1,2 per cento, contro l'1,5 per cento del 2007". "Aumenta la percezione di impoverimento delle famiglie ai massimi storici da venti anni".

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23 gennaio 2008
Macro Carrier

Consumi ancora in frenata nel 2008

 

Secondo le previsioni di Confcommercio, contenute nel Rapporto consumi presentato oggi dal responsabile dell’Ufficio Studi Mariano Bella, “nel 2008 si assisterà ad una ulteriore significativa frenata dei consumi. La crescita sarà dell’1,2%, contro l’1,5% del 2007, un risultato deludente che acuirà la percezione di impoverimento delle famiglie che ai massimi storici da venti anni�. Secondo il Rapporto, si spenderà di meno per carne, pane e cereali e di più per telefonini ed elettrodomestici. Per carne e zucchero, è stimato un calo dello 0,5%; più accentuato (-0,7%) per pane e cereali. Tra i consumi che aumenteranno, quelli dei telefonini (+22%), servizi telefonici (+21,4%) ed elettrodomestici (+15,6%). In generale, l’andamento dei consumi in Italia, negli ultimi quindici anni, è stato, secondo Confcommercio, poco dinamico: il reddito disponibile procapite e' stato a lungo stagnante. Tra il 1993 e il 2006 il reddito reale delle famiglie è cresciuto di due decimi di punto per anno, i consumi dell'1,2% che quindi, sono stati sostenuti essenzialmente dalla ricchezza finanziaria e immobiliare delle famiglie. Il pericolo ora è che scoppi la bolla immobiliare e che, quindi, scendano i prezzi degli immobili, diminuendo di fatto la ricchezza delle famiglie e quindi il principale sostegno ai consumi degli ultimi anni. Per il triennio 2007-2009 è stato ipotizzato un incremento reale costante della ricchezza finanziaria pari all’1,6% annuo. La ricchezza immobiliare invece si mantiene costante in termini reali per tutto il periodo, salvo per una riduzione nominale pari all’1,1% nel 2007 (corrispondente a una contrazione del 3,1% a prezzi costanti). Dunque, si incorpora in questi trend un moderato ma significativo rallentamento nel valore reale degli asset detenuti dalle famiglie. Ne consegue una riduzione del rapporto ricchezza totale-reddito disponibile che frena la dinamica della propensione al consumo, bloccandone il livello sui valori raggiunti nel 2006. Tutto ciò, in concomitanza con una crescita modesta delle risorse disponibili per i consumi, si traduce in una spesa, in termini reali, poco dinamica: il 2007 dovrebbe chiudere a +1,6% dei consumi nella metrica delle famiglie residenti, mentre farebbe segnare qualche decimo in meno nella metrica della spesa sul territorio, in ragione di un saldo turistico poco dinamico. Peggiori risultano le prospettive per il 2008, periodo nel quale si faranno sentire pienamente gli effetti depressivi della riduzione del valore reale degli immobili. Lo sviluppo della spesa reale delle famiglie residenti dovrebbe limitarsi all’1,3% per poi risalire nell’anno successivo. L’errore di previsione cresce, però, man mano che ci si allontana nell’orizzonte di previsione. Per ciò che riguarda la pressione fiscale invece, secondo l’Ufficio Studi la pressione fiscale è aumentata al 43% nel 2007, dal 40,6% nel 2006. Solo nel 2010 è previsto un leggero calo al 42,7%.

 


 

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