CONSUMI: ITALIANI "PRUDENTI" TRA INCERTEZZA E SPERANZA

CONSUMI: ITALIANI "PRUDENTI" TRA INCERTEZZA E SPERANZA

Presentato a Roma l'Outlook sui consumi, realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis. "Difficile in questo momento decifrare il legame tra percezioni, aspettative sul futuro e comportamenti".

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18 febbraio 2009
Consumi: italiani “prudenti” tra incertezza e speranza

Presentato a Roma l’Outlook sui consumi, realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis. Per il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “in questo momento decifrare il legame tra percezioni, aspettative sul futuro e comportamenti è  eccezionalmente difficoltoso. Le evidenze emerse dall'indagine rispecchiano la difficoltà delle famiglie addirittura nel decidere quale strada prendere. In sostanza non si sa quanto la riduzione di reddito, verosimilmente ancora da patire, sarà profonda e duratura”. Nonostante tutto il 53% del campione si dichiara ottimista sul futuro. Per fronteggiare la  crisi economica, il 43,2% degli intervistati pensa a risparmiare  mentre il 22,2% taglia i consumi, il resto rimane confuso sul da farsi. L’andamento dei consumi negli ultimi 6 mesi, per il 42% del campione, resta sostanzialmente stabile, più o meno uguale al  periodo precedente ma in particolare “la previsione di consumo – ha osservato Bella - secondo l’autovalutazione indica un ulteriore calo nel primo trimestre 2009”. “Eppure – ha concluso il direttore dell’Ufficio Studi – il relativo ottimismo come reazione alla situazione attuale potrebbe indicare un miglioramento della pianificazione degli acquisti durante la fase centrale dell'anno. Sta anche ai decisori permettere che questo potenziale di fiducia si trasformi in più dinamici comportamenti di spesa”. Entrando nel dettaglio della ricerca, come detto, il 53% degli intervistati dichiara di essere comunque ottimista; il 30% si dichiara pessimista; ed il 17% guarda al futuro con sostanziale incertezza. Il saldo tra ottimisti e pessimisti, osservato in serie storica, si posiziona  nel gennaio del 2009, agli stessi livelli dei primi mesi del 2007, quando ci fu l’illusione di una ripresa solida e duratura. I più ottimisti sono ovviamente i giovani e le famiglie con reddito elevato; la quota di ottimisti scende tra chi guadagna non più di 1.000 euro al mese, attestandosi al 47%. In presenza di difficoltà oggettive per l’economia nazionale, una quota relativamente elevata di intervistati guarda con ottimismo al futuro. E’ interessante, inoltre, rilevare come per quasi il 30% di quel vasto numero di famiglie con spese in aumento, le maggiori uscite sono state determinate da tariffe sulle utenze domestiche, anche esse ancora in aumento. Un’ altra parte dell’indagine Confcommercio-Censis è dedicata alla propensione all’indebitamento da parte delle famiglie italiane che è aumentata negli ultimi anni sia per l’acquisto di immobili, ricorrendo al mutuo immobiliare, che sotto forma di credito al consumo. E’ interessante rilevare che  solo l’1,4% degli intervistati ritiene di doversi eventualmente indebitare per fare fronte alle difficoltà generate dall’attuale crisi economica; solo il 17% degli intervistati ha dichiarato di avere sottoscritto nell’ultimo anno un contratto di credito al consumo. Resta il fatto che la metà di chi attualmente utilizza il credito al consumo ha dichiarato di avervi fatto ricorso per mancanza oggettiva di soldi in contanti. La percentuale è rilevante, ma riportandola all’universo sembra indicare situazioni di disagio per una minoranza assai contenuta di famiglie. A questo occorre aggiungere che la percentuale di famiglie che ha dichiarato reali difficoltà nella restituzione di un debito si attesta intorno all’1%.

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