Contraffazione: un "affare" da 7 miliardi di euro

Contraffazione: un "affare" da 7 miliardi di euro

A Roma si è celebrata la giornata nazionale anti-contraffazione. Il mercato del falso ha fatturato nel 2009 oltre sette miliadi di euro. Il ministro Ronchi: "danno enorme per le piccole e medie imprese".

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7 luglio 2010
Il mercato del falso in Italia ha fatturato nel 2009 oltre 7 miliardi di euro, sebbene la Guardia di Finanza abbia sequestrato

Il mercato del falso in Italia ha fatturato nel 2009 oltre 7 miliardi di euro, sebbene la Guardia di Finanza abbia sequestrato quasi 113 milioni di prodotti contraffatti. La cifra dà un’idea delle dimensioni che ha assunto il fenomeno della riproduzione di prodotti di lusso, come pure di merci di largo consumo, dal punto di vista economico e sociale. Il dato è stato riferito dal ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, intervenuto a Roma all’incontro organizzato da Confindustria per la Giornata nazionale anticontraffazione. “Il danno per le imprese - ha detto il ministro - soprattutto per quelle medie e piccole che costituiscono il tessuto produttivo del Paese, è consistente sia in termini di mancate vendite e di riduzione del fatturato sia per le ingenti spese che le stesse si vedono costrette a sostenere a tutela dei loro diritti di proprietà industriale e che, altrimenti, potrebbero essere destinate a nuovi investimenti o a progetti di innovazione e ricerca”. Ma la contraffazione, ha proseguito il ministro, “incide negativamente anche sulla libera concorrenza e il buon funzionamento dei mercati, danneggiando la competitività e alimentando, al contempo, i flussi finanziari dell'economia illegale e della micro e macro criminalità”. Da qui il richiamo di Ronchi anche al consumatore: chi compra merce contraffatta aiuta la mafia. “Il fenomeno ha, inoltre, gravi conseguenze per il bilancio dello Stato: oltre 5 miliardi di euro di perdite tra imposte dirette e indirette pari al 2,5% del totale del gettito e non meno gravi sono le distorsioni sul mercato del lavoro connesse allo sfruttamento della manodopera illegale che sottrae posti di lavoro all'economia regolare: 130mila risultano, secondo gli ultimi dati, le unità impegnate nella filiera del falso”. Ma le conseguenze forse più pericolose, ha aggiunto il ministro, “riguardano l’incolumità del consumatore, i rischi per la sua salute e per la sicurezza strettamente legati all'acquisto di alimenti, farmaci, cosmetici e giocattoli contraffatti”. A livello mondiale la contraffazione muove un fatturato da 500 miliardi di euro. “Secondo l’Ocse - ha sottolineato Ronchi - nel mondo vengono annualmente contraffati prodotti per un valore di 200 miliardi di dollari, pari a circa il 7% del commercio internazionale. Ma la stima risulterebbe assai più elevata se tenesse conto anche dei prodotti acquistati entro i confini nazionali e di quelli venduti illegalmente via internet”. Un tema trattato in Europa come una vera emergenza. “Nell’Ue la contraffazione sottrae ogni anno alle imprese manifatturiere circa 6 miliardi di euro - ha detto Ronchi - Bisogna intervenire. Ma hanno tutti la stessa determinazione e lo stesse interesse a farlo? Hanno tutti un 'Made in...' da difendere, un marchio o una griffe da tutelare? Hanno tutti l'interesse a fare etichettare le merci per attestarne la provenienza? L'Italia certamente sì”. “A livello nazionale - ha proseguito Ronchi - sono state adottate misure significative: l'Italia ha la legislazione più avanzata e severa nella lotta alla contraffazione. Purtroppo alcuni Stati Ue sembrano frenare iniziative per contrastare efficacemente questo fenomeno, perché i loro interessi sono focalizzati sul 'traffico dei prodotti' e dunque per essi risulta economicamente rilevante far transitare quanta più merce possibile nel mercato interno, attraverso le loro frontiere doganali. I flussi di prodotti illeciti si sono, infatti, spostati verso i porti di Barcellona, Amburgo, Rotterdam e del nord Europa mentre sono diminuiti del 40% nel porto di Napoli”. Ronchi si è impegnato a “proseguire lungo la strada di una più profonda armonizzazione europea, anche riguardo all'introduzione di disposizioni di carattere penale, peraltro già previste nella proposta modificata di direttiva attualmente bloccata in Consiglio”. Ma la lotta contro la contraffazione pone un’altra esigenza: “migliorare il coordinamento operativo delle azioni di contrasto a livello europeo. Eurogol-Eurojust costituisce oggi l’unico momento di specie che tuttavia riguarda solo operazioni di particolare dimensione investigativa”. Ronchi propone allora di ottimizzare le competenze in capo a strutture già operanti in seno alla Commissione, quali l’Olaf, l’ufficio europeo per la lotta alle frodi ma strettamente connesse ai fondi comunitari.

 

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