Federmeccanica propone che il contratto aziendale possa essere sostitutivo di quello nazionale. Sì di Confindustria, no dei sindacati. Sacconi: "è materia delle parti, ma il contratto aziendale è più prossimo ai lavoratori".

Il contratto aziendale può essere sostitutivo di quello nazionale. La proposta di rivedere il modello
contrattuale del 2009, lanciata da Federmeccanica, ha scatenato immediatamente un dibattito serrato. Favorevole si è detta Confindustria che l'ha definita, con la presidente Emma Marcegaglia, una ''tempestiva proposta di modernizzazione''. Non a caso, se questa ipotesi venisse messa in
pratica le newco appena costituite dalla Fiat per gli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori potrebbero restare in Confindustria con il loro contratto aziendale ''alternativo'' a quello nazionale.
No compatto, invece, dai sindacati. ''Nessuno - ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - dovrebbe mettere il carro davanti ai buoi abbiamo un contratto nazionale che vale
ancora due anni''. ''Federmeccanica sbaglia per la quarta volta - ha detto invece il numero uno della Cgil, Susanna Camusso - e sarebbe il quarto errore dopo il contratto separato, le deroghe, e l'idea di inventarsi un nuovo contratto''. Sulla stessa linea il numero uno della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, che ha parlato di ipotesi ''inaccettabile'' e ha sostenuto come Federmeccanica ''stia inseguendo la Fiat'' e si ''fa male da sola''. Il leader della Uil, Luigi Angeletti ha tagliato corto: "sono le aziende ad aver voluto il contratto nazionale. Se vogliono discutere, disdicano l'accordo del '93'' (che prevede la moderazione salariale, ndr). Più possibilista il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi che pur ribadendo che si tratta di ''materia delle parti'', ha sostenuto comunque che il contratto aziendale è ''equiordinato a quello nazionale'', è ''più prossimo ai lavoratori'' e ''definisce meglio lo scambio'' tra le imprese e i lavoratori.