Convegno sul federalismo: gli interventi degli altri relatori

Ghigo: “Le imprese sono il motore del federalismo”

Nel suo intervento alla tavola rotonda il presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Provincie autonome, Enzo Ghigo, ricordando che i fondi relativi agli incentivi alle imprese in materia di industria, commercio, artigianato e turismo sono gestiti dalle Regioni già dal 1998, quando è stato avviato il processo di decentramento amministrativo, ha sottolineato:  “la riforma del titolo V della Costituzione non comporta interventi statali-centrali transitori o regolamentari nel settore del commercio. Gli eventuali problemi applicativi non devono mettere in discussione la competenza regionale, ma devono invece rafforzarla”.

Per Ghigo “occorre procedere immediatamente alla realizzazione delle riforme già in atto e ad un confronto costruttivo, a partire dalla Cabina di regia per l’attuazione della riforma federalista. Deve essere individuato un percorso condiviso che porti alla definizione di un quadro normativo di riferimento certo”. E ancora sull’impresa dice che “tra i primi obiettivi da perseguire c’è la salvaguardia del ruolo dell’impresa come soggetto “costituente” e “patrimonio” della Regione accanto ai cittadini ed agli altri corpi sociali”. E si augura che si costruisca presto una rete attraverso cui “le energie imprenditoriali del paese si esprimano pienamente, in sinergia con le singole e legittime aspirazioni territoriali”.

Da parte sua, il vicepresidente dell’Unione delle Province italiane Forte Clo ha sottolineato l’urgenza di applicare effettivamente la potestà provinciale su alcuni aspetti riguardanti le imprese come la formazione professionale ed il collocamento lavorativo.

Bassanini: “Non si cambi tutto, ma si facciano i ritocchi necessari e si ponga l’accento sull’attuazione dell’articolo V”

Difendendo il lavoro svolto durante la precedente legislatura, ma anche ammettendo di aver commesso un errore nella dimenticanza delle autonomie funzionali, il senatore Ds Franco Bassanini sottolinea l’importanza, per questa riforma dell’art. V della Costituzione, di partire da quello che già è stato fatto “ogni maggioranza di Governo ha il diritto di rimettere in discussione le riforme fatte, ma questo non significa che ogni nuova maggioranza rimetta tutto in discussione solo perché fatto da altri”. Secondo Bassanini, il rischio concreto è quello di una paralisi, anche a causa dei possibili numerosi ricorsi alla Corte costituzionale. “Penso che il titolo V  non sia perfetto - ha concluso - ma occorre porre l’accento sulla sua attuazione, proprio perché è una riforma epocale. Una cosa è completarla, una cosa è decidere di andare oltre lo Stato federale funzionante, verso lidi e terreni che non conosciamo”.

Sangalli: “Speriamo che nel disegno di legge attuativo dell’art.V della Costituzione ci sia il riconoscimento del ruolo delle Camere di Commercio”

Il presidente dell’Unioncamere, Carlo Sangalli, ha sottolineato che “la riforma dell’articolo V della Costituzione prodotta dalla passata legislatura è stata un’occasione mancata per realizzare un federalismo veramente vicino alle imprese” e ha posto l'accento sull'esigenza di abbandonare un'idea del decentramento tutta centrata sul territorio e di ridare valore alle funzioni svolte dagli enti che sul territorio operano, prime tra tutti le Camere di Commercio: “Questi sono i naturali referenti pubblici delle imprese. Non riconoscere esplicitamente nella costituzione il ruolo delle Camere di Commercio significherebbe trascurare gravemente il ruolo dell'associazionismo privato a vantaggio di una sussidiarietà solo formale e non realmente fattiva di servizi a supporto della crescita delle nostre imprese”.