CRESCE IL RACKET, "BOOM" DELL'USURA PER I COMMERCIANTI DEL SUD

CRESCE IL RACKET, "BOOM" DELL'USURA PER I COMMERCIANTI DEL SUD

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7 dicembre 2007
Censis: cresce il racket, “boom� dell’usura per i commercianti del Sud

Censis: cresce il racket, “boom� dell’usura per i commercianti del Sud   

 

Tredici milioni di italiani, tutti al Sud, vivono in Comuni dove è presente la criminalità organizzata. Si tratta del 22% della popolazione italiana e del 77,2% della popolazione di quattro Regioni considerate a rischio (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia). Lo sostiene il Censis nel rapporto 2007.

Le province che hanno la quasi totalità di abitanti che convivono con le organizzazioni criminali sono quelle di Napoli (95%), di Agrigento (95,9%), di Caltanisetta (95,2%), di Trapani (91%), di Palermo (90,9%). I comuni al meridione in cui sono presenti sodalizi criminali sono 406 su 1.608. Gli enti locali in cui risultano presenti beni confiscati alle organizzazioni criminali sono 396; mentre i comuni sciolti negli ultimi tre anni sono 25. Di questi, 8 si trovano nella provincia di Napoli, 4 in quella di Palermo e 3 a Reggio Calabria e Vito Valentia.

Complessivamente, 610 comuni delle quattro regioni meridionali (il 37,9% dei 1.608 comuni totali) hanno un indicatore manifesto della presenza di criminalità organizzata (clan mafioso o bene confiscato o scioglimento negli ultimi tre anni). Tra questi, 195 presentano due indicatori e 11 tutti e tre. Complessivamente in queste quattro regioni vivono 16.874.969 persone; di queste, quasi 13 milioni sono a rischio.

Ed è boom usura al Sud. Un imprenditore del Mezzogiorno su tre (33,1%) ritiene che nella propria zona di attività il racket sia molto o abbastanza diffuso; il 39,2% della categoria pensa lo stesso dell’usura. Rispetto al 2003, la percezione della presenza di questi reati a fine 2006 è aumentata: allora solo il 25,6% degli imprenditori pensava che nella propria zona di attività esistessero fenomeni di racket e il 14,5% lo pensava per l’usura. Anche la percezione di fenomeni di distorsione della concorrenza è aumentata: il 48,9% (36,3% nel 2003) degli imprenditori osserva, ad esempio, un aumento della nascita improvvisa di imprese concorrenti; il 15,1% percepisce una crescita dell’imposizione nell'utilizzo della manodopera (5,8% nel 2003) e coloro che affermano che il fenomeno non esiste sono diminuiti (dal 73,8% del 2003 si è passati al 58,6% nel 2006); il 13,2% crede che sia in crescita l’imposizione di forniture; il 45,3% (20% nel 2003) giudica poco (30%) o niente affatto trasparenti (15,3%) gli appalti pubblici.

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