CRIMINALITA', CONFCOMMERCIO: "VITTIME E CRIMINALI NON SULLO STESSO PIANO"

CRIMINALITA', CONFCOMMERCIO: "VITTIME E CRIMINALI NON SULLO STESSO PIANO"

Il presidente della Commissione Politiche per la Sicurezza, Luca Squeri, interviene sulla vicenda del gioielliere romano che si è tolto la vita: "il vero problema è la giustizia: i pm non tengono conto di chi è la vittima e chi l'aggressore".

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2 marzo 2009
Criminalità, Confcommercio: “vittime e criminali non sullo stesso piano”

Criminalità, Confcommercio: “vittime e criminali non sullo stesso piano”

 

“Il suicidio di Massimo Mastrolorenzi è emblematico della disperazione di chi ha avuto una vita segnata per aver reagito a un evento drammatico come una rapina. Noi non vogliamo la giustizia fai da te e tanto meno il far west, e lo ribadiamo da tempo, ma non si possono mettere sullo stesso piano vittime e criminali. L’imputazione di omicidio volontario e' una forzatura ideologica del diritto”. Questo il commento di Luca Squeri, presidente della Commissione Politiche per la Sicurezza di Confcommercio sulla vicenda del gioielliere romano che si è tolto la vita.

“I cittadini, e i commercianti in particolare, sono sconfortati, si sentono soli. E da soli pensano di difendersi. Il nostro consiglio è sempre quello: di fronte ad una rapina non reagire, non mettere a repentaglio la propria vita o quella degli altri a fronte dell’incasso, non rischiare le conseguenze anche penali di gesti comprensibili, ma avventati. Meglio prevenire le situazioni e affidarsi sempre alla collaborazione con le forze dell’ordine.

Su questa linea stiamo sviluppando, insieme alle Questure, all’Arma dei Carabinieri e al Ministero dell’Interno progetti mirati, fra quali un vademecum antirapina per i commercianti”.

“Ma il vero problema – ha ribadito Squeri - è la giustizia: da un lato manca la certezza della pena, dall’altro la legge consente la detenzione e l’utilizzo di armi per difesa personale, ma poi i pm non tengono conto di chi, in una rapina, è la vittima e chi l’aggressore, e delle circostanze drammatiche in cui si verifica il fatto. Nel caso di Mastrolorenzi si è passati dallo scagionarlo per legittima difesa ad imputarlo per eccesso di legittima difesa ed infine accusarlo di omicidio volontario. In quest’ultima ipotesi, verrebbe da parlare di forzatura ideologica del diritto. E’ più corretto ragionare, invece, come nel caso del tabaccaio di Milano, in termini di legittima difesa putativa”.

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