Dai pasticceri torinesi nasce la torta "garibaldina"

Dai pasticceri torinesi nasce la torta "garibaldina"

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10 marzo 2011

"L'idea nasce dalla volontà di omaggiare e di caratterizzare a modo nostro e con il nostro lavoro i 150 anni dell'Unità d'Italia. Un 'dolce' omaggio, pensato e inventato nella Città che fu la prima capitale d'Italia e che da sempre eccelle per il prestigio e l'alta qualità delle sue celebri pasticcerie".
Così i Pasticceri torinesi di Ascom-Epat, spiegano la nascita della "Torta Garibaldina", torta che vuole legarsi all'evento celebrativo dei 150 anni, fregiandosi del nome di chi, più di altri, riuscì con le sue eroiche imprese a unificare il Paese da nord a sud. Una torta dunque che, in certo qual modo, "sappia riassumere nei suoi ingredienti i profumi, i sapori e le culture di varie regioni, mantenendone inalterati i gusti pure in un'amalgama perfetto sotto l'aspetto della bontà del prodotto e dell'immagine assolutamente celebrativa dell'evento". Il dolce può essere definito una sorta di rivisitazione della famosa "Langarola", un classico della tradizione piemontese. Ma solo come idea di base. "Della piemontesissima Langarola, abbiamo infatti cambiato - proseguono i Pasticceri - alcuni ingredienti, sostituendoli con altri più mediterranei come la mandorla e l'arancio. Per la decorazione abbiamo inoltre optato per il pistacchio di Bronte, magicamente accoppiato alla nocciola di Langa. La 'Garibaldina' si presenterà infine ricoperta, per ritornare in Piemonte, con cioccolato Gianduia e al centro esibirà un italianissimo gagliardetto tricolore in pasta di mandorle".
Sono già oltre un centinaio le Pasticcerie che, in Torino e provincia, sono state coinvolte da Ascom-Epat nell'iniziativa. "La nostra speranza - concludono - è che l'idea possa essere recepita dal maggior numero possibile di pasticcerie torinesi, proprio per amplificare al massimo il contributo alle celebrazioni del Centocinquantenario, da parte di una categoria come la nostra per la quale - non dimentichiamolo - proprio a Torino nel 1739 venne istituita un'Accademia (l'Università e Corporazione dei Confettieri e Acquavitai) che prevedeva ben cinque anni di apprendistato con tanto di tesi finale abilitante alla professione".

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