DALLA BCE TAGLIO "RECORD" DEI TASSI
DALLA BCE TAGLIO "RECORD" DEI TASSI
Dalla Bce taglio “record” dei tassi
Dunque, l’atteso maxi-calo dei tassi è arrivato: la Bce li ha ridotti di tre quarti di punto, portandoli dal 3,25% al 2,50%, lo stesso livello del maggio 2006. Ma sui mercati continua ad imperversare la tempesta, e a farne le spese sono i paesi di Eurolandia con i conti non ancora del tutto in ordine. Mentre i prezzi dei titoli di Stato sono balzati (e poi ridiscesi per prese di profitto) dopo il taglio dei tassi, si è allargato ulteriormente, fino a raggiungere il record dei 140 punti base, il differenziale (lo spread) fra i rendimenti offerti dall'Italia e quelli dei bund tedeschi. Una conseguenza delle difficoltà dei mercati in questo momento, con molti investitori riluttanti a prendere posizione di fronte alle forti incertezze economiche, e una fuga dal rischio che ha spinto i mercati verso il debito sovrano dei paesi considerati più solidi, come appunto la Germania, a discapito di quelli con rating inferiori alla 'tripla A', come l'Italia. Ipotizzare un ulteriore sforbiciata sul costo del denaro in gennaio non è dunque fantascienza: “Non dico nulla – ha detto il presidente della Bce Trichet – ma continueremo a vigilare attentamente sulla situazione dei mercati e dell'economia. E, se necessario, saremo pronti ad intervenire”. Le condizioni per un ulteriore taglio sembrano esserci. A partire da un'inflazione che preoccupa molto meno rispetto a solo un paio di mesi fa. “In novembre - ricorda Trichet – è precipitata al 2,1%, dopo l’impennata record al 4% di luglio, ed è sostanzialmente tornata nei ranghi”. La Bce prevede un ulteriore calo nei prossimi mesi: le sue proiezioni dicono che da una forchetta del 3,2-3,4% nel 2008 si scenderà all'l'1,1-1,7% nel 2009, con una leggera risalita all'1,5-2,1% nel 2010. “Il tutto - spiega Trichet - legato sopratutto al calo dei prezzi del petrolio e dei principali beni di consumo, ma anche anche al rallentamento dell'attività economica e dei consumi”. Ma per il presidente della Bce è sbagliato parlare in questa fase di deflazione: “Ci sarà una prolungata fase di debolezza della domanda, ma per ora si può solo parlare di disinflazione”. La conferma di un'economia che scivola sul terreno della recessione e' arrivata anche da Eurostat, i cui dati indicano nel terzo trimestre 2008 il Pil della zona euro e dell'intera Ue a quota -0,2%. Ben al di sotto della media l'Italia, a quota -0,5%, ma in buona compagnia con Germania e Regno Unito. Il quadro si chiude con la Spagna a -0,2% e la Francia a +0,1%.
Gli indicatori disponibili di ottobre e novembre lasciano prevedere un Pil col segno meno anche nel quarto trimestre 2008.