DALLA BCE TAGLIO "RECORD" DEI TASSI

DALLA BCE TAGLIO "RECORD" DEI TASSI

Per la prima volta da quando esite l'euro, la Banca centrale ha ridotto di oltre mezzo punto percentuale il tasso d'interesse di riferimento portandolo da 3,75 per cento al 2,50. Trichet: "Recessione anche nel 2009".

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5 dicembre 2008
Dalla Bce taglio “record” dei tassi

Dalla Bce taglio “record” dei tassi

 

Dunque, l’atteso maxi-calo dei tassi è arrivato: la Bce li ha ridotti di tre quarti di punto,  portandoli dal 3,25% al 2,50%, lo stesso livello del maggio  2006. Ma sui mercati  continua ad imperversare la tempesta, e a farne le spese sono i paesi di Eurolandia con i conti non ancora del tutto in ordine. Mentre i prezzi dei titoli di Stato sono balzati (e poi  ridiscesi per prese di profitto) dopo il taglio dei tassi, si è  allargato ulteriormente, fino a raggiungere il record dei 140  punti base, il differenziale (lo spread) fra i rendimenti offerti dall'Italia e quelli dei bund tedeschi. Una conseguenza delle difficoltà dei mercati in questo momento, con molti investitori riluttanti a prendere posizione di fronte alle  forti incertezze economiche, e una fuga dal rischio che ha  spinto i mercati verso il debito sovrano dei paesi considerati più solidi, come appunto la Germania, a discapito di quelli con  rating inferiori alla 'tripla A', come l'Italia. Ipotizzare un ulteriore sforbiciata sul costo del denaro in  gennaio non è dunque fantascienza: “Non dico nulla – ha detto il presidente della Bce Trichet – ma continueremo a vigilare  attentamente sulla situazione dei mercati e dell'economia. E, se necessario, saremo pronti ad intervenire”. Le condizioni per un ulteriore taglio sembrano esserci. A partire da un'inflazione  che preoccupa molto meno rispetto a solo un paio di mesi fa. “In  novembre - ricorda Trichet – è precipitata al 2,1%, dopo l’impennata record al 4% di luglio, ed è sostanzialmente  tornata nei ranghi”. La Bce prevede un ulteriore calo nei  prossimi mesi: le sue proiezioni dicono che da una forchetta del  3,2-3,4% nel 2008 si scenderà all'l'1,1-1,7% nel 2009, con una  leggera risalita all'1,5-2,1% nel 2010. “Il tutto - spiega  Trichet - legato sopratutto al calo dei prezzi del petrolio e  dei principali beni di consumo, ma anche anche al rallentamento  dell'attività economica e dei consumi”. Ma per il presidente  della Bce è sbagliato parlare in questa fase di deflazione: “Ci sarà una prolungata fase di debolezza della  domanda, ma per ora si può solo parlare di disinflazione”. La conferma di un'economia che scivola sul terreno della  recessione e' arrivata anche da Eurostat, i cui dati indicano   nel terzo trimestre 2008 il Pil della zona euro e dell'intera Ue  a quota -0,2%. Ben al di sotto della media l'Italia, a quota  -0,5%, ma in buona compagnia con Germania e Regno Unito. Il  quadro si chiude con la Spagna a -0,2% e la Francia a +0,1%.

Gli indicatori disponibili di ottobre e novembre lasciano prevedere un Pil col segno meno anche nel quarto  trimestre 2008.

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