Di Dio (presidente Terziario Donna): "Dare centralità al lavoro femminile"

Di Dio (presidente Terziario Donna): "Dare centralità al lavoro femminile"

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30 giugno 2016

"Vorremmo la presenza Di donne a tutti i livelli proporzionata alla percentuale della popolazione femminile che ricordo essere il 52% della popolazione totale, non soltanto per l'attuazione della democrazia paritaria ma perché riteniamo che possa rappresentare il motore da sprigionare per rimettere in moto l'economia del nostro Paese, grazie proprio al flusso Di energia nuova che viene dalle donne". Lo ha sottolineato la presidente di Terziario Donna-Confcommercio, Patrizia Di Dio, in occasione del terzo Forum Terziario Donna-Confcommercio. "L'Italia - ha sottolineato - è tra i paesi ad alto reddito quello che utilizza al minimo il potenziale di sviluppo legato al lavoro femminile, eppure studi autorevoli hanno rivelato che se nel 2030 la partecipazione femminile al lavoro raggiungesse i livelli maschili , la forza lavoro italiana crescerebbe del 7% e il pil pro capite crescerebbe Di un 1% l'anno. Per Patrizia Di Dio "occorre dare centralità alla cosiddetta 'agenda donne' che non trova concreta attuazione adducendo come
giustificazione i vincoli Di bilancio. Per altri scopi, non altrettanto virtuosi, le risorse si sono però trovate e l'"agenda donne" rimane inattuata contro le stesse raccomandazioni Ue. Oltretutto sostenere la conciliazione e, per il suo tramite, l'occupazione femminile è per l'Italia solo un costo apparente perché al contrario Di tanti altri costi , è un enorme investimento sul futuro. Il lavoro delle donne accresce la prosperità e, col tempo, crea nuovi posti Di lavoro". Due, a suo giudizio, gli obiettivi concreti: il primo è Di
sostanza e riguarda l'agenda, il «che cosa fare». Occorre puntare su misure Di tipo fiscale (come sgravi contributivi o incentivi monetari) e su servizi. Ma - osserva - occorre una regia, un coordinamento Di tutte le parti sociali, istituzionali e politiche che condivida le motivazioni e le premesse generali Di cui abbiamo parlato e scelga Di farsene carico, anche dal punto Di vista della costruzione istituzionale". E conclude con una metafora: "Ogni treno per poter correre veloce poggia su due binari, per il bene Di tutti è venuto il momento Di renderci conto che solo con due binari, uno indispensabile all'altro, con pari dignità, una vecchia locomotiva può trasformarsi in un treno ad alta velocità capace Di far correre il nostro Paese verso una destinazione Di sviluppo, prosperità e giustizia sociale".

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