Distribuzione carburanti, ok all'intesa

Distribuzione carburanti, ok all'intesa

Siglato al Ministero dello Sviluppo economico un protocollo di ristrutturazione della rete con i sindacati dei gestori, l'Unione petrolifera e i consumatori. Arriva il prezzo settimanale, self service all'80 per cento entro un anno.

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21 aprile 2010
Via libera alla riforma strutturale del sistema della distribuzione dei carburanti e al prezzo settimanale, che obbliga le com

Via libera alla riforma strutturale del sistema della distribuzione dei carburanti e al prezzo settimanale, che obbliga le compagnie petrolifere a comunicare il prezzo massimo a cui dovranno vendere i carburanti. In quella settimana i prezzi potranno solo scendere, ma non salire. Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, lo ha comunicato al termine della sigla del protocollo di ristrutturazione della rete di distribuzione dei carburanti con i sindacati dei gestori, l’Unione petrolifera e i consumatori al Ministero dello Sviluppo economico.

“Finalmente - ha spiegato Saglia - si avvia una riforma strutturale del sistema di distribuzione dei carburanti: l’abbiamo voluta attraverso un protocollo unitario siglato da tutti, sindacati, Unione petrolifera e consumatori, per evitare disagi ai cittadini. E’ un traguardo per il Governo quello di portare entro i prossimi tre anni il prezzo dei carburanti in Italia al livello di quello del resto d’Europa”. Il primo obiettivo che si realizzerà entro il primo anno dall’accordo sarà quello di portare gli impianti self service dall’attuale 40% all'80%. “Questo ci permetterà di avere un prezzo dei carburanti inferiore – ha detto Saglia - e con il prezzo settimanale i cittadini saranno meno confusi e potranno fare confronti diretti dei prezzi. E’ una misura di trasparenza che stabilisce che il prezzo in quella settimana può essere diminuito, ma non alzato. In più elimineremo dai cartelloni i millesimi, perché fanno confusione e rendono poco trasparente il prezzo. Chiaramente su questo l’Antitrust dovrà dare il suo parere”.

Saglia ha infine spiegato che è stato costituito un fondo per l’indennizzo degli impianti che dovranno chiudere nei prossimi tre anni per arrivare alla chiusura di almeno 5-6 mila.

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