DPEF: "RAFFORZARE LE SCELTE PER LA COMPETITIVITÀ E LA CRESCITA"

DPEF: "RAFFORZARE LE SCELTE PER LA COMPETITIVITÀ E LA CRESCITA"

Davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, il direttore generale di Confcommercio, Luigi Taranto, ha chiesto il mantenimento dell'impegno a ridurre la pressione fiscale a partire dall'Irap e dall'Iva sul turismo. Oggi via libera dalle Camere.

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2 agosto 2004
Dpef, Confcommercio: “rafforzare le scelte per la competitività e la crescita”

Dpef, Confcommercio: “rafforzare le scelte per la competitività e la crescita”

 

“Dopo il decreto correttivo per 7,5 miliardi di euro dell’andamento dei conti pubblici nel 2004, il Governo riconosce che ci dobbiamo confrontare con una ‘emergenza finanziaria’.

Di fronte ad una così impegnativa affermazione, pensiamo naturalmente che tutti – il Governo, i soggetti istituzionali della Repubblica federale, le forze sociali – debbano fare la propria parte”. E’ questo il passo saliente dell’intervento sul Dpef del direttore generale di Confcommercio, Luigi Taranto, davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.

In generale, Confcommercio ha sottolineato la necessità che, rispetto alla cornice del Documento – “il processo di elaborazione e definizione dei contenuti qualificanti della legge finanziaria sappia rafforzare le scelte per la competitività e la crescita”. Ciò significa, in particolare, il mantenimento dell’impegno preso sul fronte della riduzione della pressione fiscale che grava sulle famiglie e sulle imprese a partire dall’Irap, rispetto alla quale “occorre un intervento apprezzabile da parte di tutte le imprese e non soltanto la misura simbolica per la ricerca, e dalle aliquote Iva per il settore del turismo. E’ necessario, inoltre “risolvere la difficile tenuta del Patto di Stabilità interno per evitare tanto che la riduzione della pressione fiscale si traduca in una partita di giro in cui alla riduzione della pressione fiscale statale si accompagni la crescita compensativa (o più che compensativa) dei tributi locali e del costo dei servizi locali, quanto che venga rinviata sine die la definizione delle regole e dei contenuti del federalismo fiscale”. In questo contesto, Confcommercio chiede che vengano rivisti i meccanismi degli incentivi alle imprese, assicurando la rimozione di “regole discriminanti nei confronti di interi settori d’impresa, tanto più inaccettabili nel momento in cui si decidesse di concentrare i nuovi strumenti sul terreno del sostegno all’innovazione”.

Per la Confederazione, inoltre, bisogna “rilanciare, in sede europea, il problema politico di una lettura più espansiva del Patto di Stabilità e Crescita e porre sul tavolo il dossier della fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno”; verificare la “percorribilità concreta di un programma di dismissioni dell’ordine di 25 miliardi di euro l’anno, ricordando che abbiamo necessità anche di reali liberalizzazioni a partire da quelle del mercato delle utilities e dall’emergenza energia”; dare risposta alla “necessità del rafforzamento della garanzia mutualistica, nella prospettiva di Basilea 2, e individuare i meccanismi compensativi della mobilitazione del flusso del Tfr da parte delle imprese ai fini del decollo della previdenza integrativa”; affrontare il nodo delle “grandi opere, ma anche dell’infrastrutturazione di servizio per l’accessibilità territoriale e per la mobilità urbana”.

In ogni caso, Confcommercio ritiene “generosamente ottimistico” quanto scritto a pagina 15 del Dpef (“tutti gli elementi disponibili confermano l’esistenza di una graduale ripresa in atto che trova nei consumi il suo punto di forza e che tende a consolidarsi”), ricordando che i più recenti dati concernenti l’andamento delle vendite al dettaglio segnalano a maggio un –3,2% tendenziale e un – 0,6% congiunturale, il peggior dato dal ’96.

 

 

 

 

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