DRAGHI: "MENO TASSE E L'ITALIA PUO' TORNARE A CRESCERE"

DRAGHI: "MENO TASSE E L'ITALIA PUO' TORNARE A CRESCERE"

Nelle Considerazioni finali il governatore della Banca d'Italia ha sottolineato l'urgenza di un piano per la "pluriennale riduzione di alcune importanti aliquote d'imposta" che "migliorerebbe le aspettative di famiglie e imprese".

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3 giugno 2008
Draghi: “meno tasse e l’Italia può tornare a crescere�

Draghi: “meno tasse e l’Italia può tornare a crescere�

 

La debolezza dell’economia internazionale proseguirà “almeno per l’anno in corso�, ma l’Italia “ha desiderio, ambizione, risorse per tornare a crescere�. Una crescita senza la quale sarà difficile migliorare i risultati dei conti pubblici che quest’anno “si prospettano meno favorevoli�. Nelle Considerazioni finali lette sabato scorso il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha fatto il check up allo stato di salute dell’economia e dei conti pubblici indicando cause e ricette. Tra queste ultime, il contenimento della spesa ma soprattutto l’allentamento della morsa di un fisco troppo pesante per il quale è necessario un piano per la “pluriennale riduzione di alcune importanti aliquote d’imposta� che “migliorerebbe le aspettative di famiglie e imprese�.

Lo spettro della crisi scatenata dai mutui subprime, ha sottolineato Draghi, non si è ancora diradato. Si addensano infatti nuove nubi, quelle del rialzo dei prezzi, che limano il reddito disponibile delle famiglie. Sui conti pubblici il primo nodo è il debito pubblico, che va ridotto rispetto al Pil. I criteri da seguire sono “efficienza e crescita� senza i quali il risanamento dei conti è più difficile. “I risultati per l’anno in corso si prospettano meno favorevoli�, ha sottolineato il governatore, ripetendo le ultime stime di governo (deficit 2008 al 2,4%, crescita a +0,6%). Lo scorso anno i conti sono certo migliorati, ma “la riduzione del disavanzo è dovuta soprattutto al forte aumento della pressione fiscale: 2,8 punti percentuali tra il 2005 e il 2007�. Il fisco mette sabbia nella capacità competitiva. Il suo peso è al 43,3%, tre punti sopra gli altri Paesi europei. Il confronto è ancora più impressionante se si guarda il costo del lavoro: fatto 100 l’esborso delle imprese, in Italia c’è un prelievo di fisco e contributi pari a 46 euro, nei Paesi dell’area Euro è di 43 euro, nel Regno Unito di 34 euro, negli Usa di 30. “E l’Irap accresce ulteriormente il divario�, ha avvertito Draghi. L’intenzione del Governo “di definire in tempi brevi� gli interventi per un intero triennio, secondo Draghi, “può rendere più organica l’azione di bilancio�. In questo contesto definire la riduzione “pluriennale di alcune importanti aliquote d’imposta migliorerebbe le aspettative di famiglie e imprese�. Gli sgravi dovrebbero essere concentrati “laddove possono dare maggiore sostegno alla crescita, riducendo le distorsioni dell’attività economica�.

Quanto ai consumi, il governatore ha sottolineato che “la spesa delle famiglie italiane è frenata dalla bassa progressione del reddito disponibileâ€�, soprattutto per quanto riguarda i consumi dei nuclei a “reddito più bassoâ€�. “I consumi â€" ha spiegato - continuano a risentire dell’instabilità dei rapporti di impiego, diffusa specialmente tra i giovani e nelle fasce marginali di mercato del lavoro: l’incertezza sul reddito corrente, sulle sue prospettive di crescita futura frena le decisioni di spesa, anche per l’inadeguatezza della rete di protezione socialeâ€�.

 

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