Economia italiana sempre più nel nome del terziario

Economia italiana sempre più nel nome del terziario

Secondo il Rapporto sul Terziario di mercato dell'Ufficio Studi Confcommercio, nel 2013 i servizi di mercato hanno superato quota 40% del contributo al valore aggiunto e hanno garantito il 42,4% dell'occupazione.

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3 novembre 2014

L'economia italiana è sempre più terziarizzata: se nel 1995 i servizi di mercato realizzavano il 39,3% del valore aggiunto, nel 2013 la percentuale è salita oltre la barre del 40% (40,3%, per l'esattezza).  Il Rapporto sul Terziario di mercato realizzato dall'Ufficio Studi di Confcommercio e presentato a Roma in occasione della settima edizione del Forum dei Giovani Imprenditori conferma così che le imprese dei servizi di mercato, cioè quelle che Confcommercio rappresenta, hanno il ruolo principale, e per di più crescente nel tempo, per quanto riguarda il contributo al Pil e all'occupazione del Paese. Non a caso, nello stesso periodo 1995-2013, l'industria è passata dal 29,1% al 23,3%.  E la stessa dinamica emerge sul fronte del mercato del lavoro, con il contributo della manifattura che si contrae dal 27,1% al 22,9% e quello dei servizi di mercato che sale dal 35,6% al 42,4% facendo inoltre emergere una maggiore tenuta occupazionale tanto negli anni di crisi quanto in quelli di crescita. Per quanto riguarda invece la produttività del lavoro, il calo dell'industria non è purtroppo compensato dall'espansione dei servizi di mercato, che negli ultimi sette anni di crisi sono scesi dal 60,4% al 56,4%: si tratta purtroppo di problema tutto italiano, perché mentre la riduzione di competitività nell'industria ci accumuna agli altri Paesi, siamo i soli a perdere nell'ambito dei servizi di mercato. 

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