Contributi: "botta e risposta" tra Enasarco e Assoinfluencer

Contributi: "botta e risposta" tra Enasarco e Assoinfluencer

L'Associazione aderente a Confcommercio Professioni replica alle accuse della Fondazione Enasarco di mancati versamenti contributivi. "La nostra attività non è riferibile a quella di agenti di commercio". 

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2 agosto 2024

Gli agenti di commercio vorrebbero includere anche gli influencer tra i contributori della Fondazione Enasarco, il loro ente previdenziale, perché svolgono in modo continuativo l'attività di promuovere i prodotti di un'azienda. In occasione dell'Assemblea Enasarco che si è tenuta a Roma, il presidente Alfonsino Mei ha sottolineato che "in Italia ci sono circa 65mila professionisti, tra i quali procacciatori d'affari con partita Iva, influencer e altre figure che svolgono attività di mediazione, che dovrebbero essere iscritti ad Enasarco e non lo sono".

"Una vasta platea - ha detto Mei - che elude i versamenti contributivi alla Cassa, rischiando di minarne la sostenibilità nel lungo periodo e causando uno squilibrio concorrenziale tra i professionisti che versano il dovuto e chi non lo fa". Un "punto di vista" che però il mondo degli influencer respinge decisamente e Assoinfluencer, realtà aderente a Confcommercio Professioni, in una nota precisa che "le dichiarazioni di Alfonsino Mei, Presidente di Fondazione Enasarco, che sembrerebbero voler additare creator ed influencer come evasori abituali di oneri contributivi siano affermazioni lesive degli interessi e dell'immagine della categoria che rappresentiamo".

"Evidenziamo che - prosegue Assoinfluencer - secondo un costante orientamento della Corte di Cassazione, l'attività di promozione della conclusione di contratti per conto del preponente, che costituisce l'obbligazione tipica dell'agente, non può consistere in una mera attività di propaganda, da cui possa solo indirettamente derivare un incremento delle vendite, ma deve consistere nell'attività di convincimento del potenziale cliente ad effettuare delle ordinazioni dei prodotti del preponente, atteso che è proprio con riguardo a questo risultato che viene attribuito all'agente il compenso, consistente nella provvigione sui contratti conclusi per suo tramite e andati a buon fine. Influencer e creator in generale si rivolgono ad un pubblico indiscriminato e senza confini sul Web, di conseguenza non sussiste quell'interazione caratterizzante e fondante il rapporto agente/acquirente". "Basandoci sul suddetto presupposto - conclude la nota - è perciò evidente come le dinamiche tipiche della content creation economy mal si concilino con quelle riferibili agli agenti di commercio. Come Assoinfluencer, invitiamo le istituzioni a tenere conto della effettiva natura di una categoria che, già da tempo, sconta l'assenza di regole chiedendo un intervento atto a costituire un quadro regolamentare chiaro".

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