ENTI PREVIDENZIALI: COMMERCIANTI E ARTIGIANI, "OK AL RIORDINO MA NON AGGRAVARE IL COSTO DEL LAVORO

ENTI PREVIDENZIALI: COMMERCIANTI E ARTIGIANI, "OK AL RIORDINO MA NON AGGRAVARE IL COSTO DEL LAVORO

DateFormat

19 dicembre 2007
Enti previdenziali: commercianti e artigiani, “bene riordino ma non aggravare il costo del lavoro�

Enti previdenziali: commercianti e artigiani, “bene riordino ma non aggravare il costo del lavoro�

 

Le Confederazioni dell’artigianato e del commercio (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Casartigiani) “condividono la necessità di una riorganizzazione e razionalizzazione degli enti previdenziali, attraverso l’elaborazione di un piano che ponga come obiettivo la realizzazione di economie di spesa nei prossimi anni�. “Dal momento che tali risparmi risultano fondamentali per la sostenibilità finanziaria dell'intera riforma previdenziale - sottolineano in un documento congiunto - il progetto organizzativo dovrà, conseguentemente, garantire equilibrio al sistema senza dover ricorrere ad aggravi del costo del lavoro�. “Allo stato, peraltro - affermano le 5 associazioni - appare estremamente difficile il raggiungimento dell’obiettivo di risparmio stimato in 3,5 miliardi di euro in un decennio. Si esprime comunque contrarietà all'attuale impostazione che individua, come clausola di salvaguardia per compensare il mancato raggiungimento dell'obiettivo di risparmio, l’aumento dello 0,09% della contribuzione relativa a tutte le gestioni pensionistiche, a partire dal 2011�. Nello specifico, “sotto il profilo del metodo viene introdotta aprioristicamente una fonte di copertura che esula dall'operazione di razionalizzazione che si intende realizzare. In particolare, sono individuate con estrema puntualità le caratteristiche di una misura 'certa', a fronte di un processo di sinergie tra gli enti previdenziali fortemente 'incerto' e, soprattutto, di difficile praticabilità. Il rischio è ancora una volta di far ricadere sul costo del lavoro eventuali inefficienze e inadeguatezze derivanti dalla gestione della riforma�. “In ogni caso - continua la nota - l'azione di razionalizzazione va ancorata a criteri di management più virtuosi e competitivi, nonché alla messa punto di modelli organizzativi capaci di realizzare economie di scala con la messa in rete di servizi. A tal fine, le linee strategiche del disegno riformatore dovrebbero tenere conto di alcuni aspetti: eliminare tutte le anomalie che hanno accompagnato l'introduzione del sistema duale per ricondurlo alla originaria impostazione del decreto 479/1994; l'esigenza di razionalizzazione non può essere risolta costituendo un'unica entità che accorpi tutti gli enti, ma occorre ricercare un modello organizzativo che eviti la confusione tra funzione previdenziale, funzione assicurativa e funzione assistenziale".  “Nell’ottica di una semplificazione organizzativa - evidenziano commercianti e artigiani - si potrebbero individuare due poli omogenei di riferimento, uno che aggreghi intorno all’Inps tutti gli enti che svolgono funzioni previdenziali e l'altro che riunisca intorno all’Inail gli enti di natura assicurativa. Il percorso, tuttavia, dovrebbe essere graduale e dovrebbe essere favorito avviando inizialmente un processo di omogeneizzazione delle procedure e l'attivazione di sinergie fra enti similari. L’aggregazione finale dovrebbe essere attuata salvaguardando la peculiarità delle gestioni esistenti, che dovranno continuare a rappresentare autonoma espressione delle categorie interessate". “Si esprime contrarietà all'accorpamento fra enti previdenziali e assicurativi - sottolinea ancora la nota - anche perchè ciò comporterebbe notevoli problemi di governance. È del tutto evidente il diverso sistema di finanziamento (a ripartizione per i primi, a capitalizzazione ridotta per i secondi), nonchè i rischi politici che deriverebbero da processi di compensazione tra avanzi patrimoniali di taluni settori produttivi con i disavanzi patrimoniali accumulati da altri�. In ogni caso, concludono, “"qualunque strada venga intrapresa, deve essere salvaguardato il ruolo di rappresentanza delle categorie nella gestione della propria tutela previdenziale. Non si tratta di difendere un privilegio, bensì un'esigenza oggettiva, in quanto i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori costituiscono i veri 'azionisti di riferimento' degli enti stessi. Del resto, chi rappresenta aziende i lavoratori è in grado di monitorare e cogliere l'evolversi del mondo del lavoro e, quindi, può offrire agli enti pubblici previdenziali e assicurativi conoscenze capaci di migliorarne l'efficienza e l'efficacia�.

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca