Famiglie, lavoro e imprese: così nasce la riforma fiscale
Famiglie, lavoro e imprese: così nasce la riforma fiscale
La riforma fiscale sarà fatta dando priorità alla famiglia, senza impegnare il potenziale gettito che potrebbe arrivare dall'evasione fiscale, prima di averlo incassato, e non toccando la tassazione dei bot. Nel primo incontro tra governo, parti sociali e sindacati che si tenuto presso il ministero dell’Economia, sono stati delineati i contorni che porteranno al quadro complessivo della legge delega che porterà a un nuovo sistema fiscale. Ad aprire i lavori è stato il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, che ha assicurato il lavoro in collaborazione con “tutte le forze politiche sociali ed economiche, con tutte le forze di buon senso e di buona volontà”. Una riforma che è, insieme, “una grande ambizione e una grande responsabilità”. Partendo dall’idea di un nuovo e unico codice di sintesi di tutte le regole che saranno alla base del sistema tributario. Il premier ha fissato quindi un nuovo appuntamento, tra 3-4 giorni, per mettere a punto i tavoli tecnici. “La riforma – ha spiegato il presidente del Consiglio - dovrà passare attraverso tre fasi: raccolta dati e analisi; formulazione in Parlamento di una legge delega e, infine, la creazione di una serie organica e progressiva di decreti delegati sulla base di questa legge”. “In Italia - ha ricorda Berlusconi, a causa dell'evasione fiscale 140 miliardi di euro non entrano nella casse dello Stato ogni anno. Con la riforma si punta a un sistema più lineare e trasparente, che possa permettere di abbassare le aliquote su famiglia e lavoro”. “Non possiamo entrare nel nuovo secolo con un sistema del secolo precedente”. “Fare la riforma – ha concluso il Presidente del Consiglio - sarà difficile, ma indispensabile per ammodernare il nostro lavoro e il Paese”. “Proprio perché è molto ambiziosa – ha spiegato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti - sarà inserita nel piano per la sessione europea di bilancio. Non c’è alternativa”, ha aggiunto ribadendo come “non si possa immaginare una stagione di riforme indipendenti dalla stabilità”. Stabilità e sviluppo, infatti, “sono due facce della stessa medaglia”. Per Tremonti è essenziale mettere in chiaro, fin dal primo incontro, che per le coperture non si potrà contare a priori sul futuro recupero dell'evasione: “prima dobbiamo battere l'evasione fiscale e dobbiamo anche spiegare con quali mezzi va abbattuta. Solo dopo useremo quei fondi per la riforma fiscale. E’ nostro uso essere chiari: sappiamo che in Italia c’è un altissimo tasso di evasione ma non possiamo immaginare una riforma coperta sull'ipotesi che ci sarà il recupero dell'evasione. Dobbiamo recuperare e una volta recuperato possiamo utilizzare i fondi per la riforma. Non possiamo mettere il carro davanti ai buoi, screditerebbe il nostro Paese se fosse applicata questa metodologia”. E boccia anche l'ipotesi di tassare le rendite finanziarie: “tassare i Bot non e' la cosa più razionale”. Il ministro ha confermato quindi l'intenzione di dare “la priorità alla famiglia” e ha chiesto uno sforzo collettivo: “L’anima di ogni riforma è riforma delle anime, per questo dobbiamo essere tutti disposti a cedere un po' di interessi personali in funzione della logica degli interessi comuni”. “Sono contenta e soddisfatta che si apra il tavolo e condividiamo completamente l'idea che si affronti una riforma complessiva e non selettiva”, ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegalia. Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, ha sottolineato invece che “i veri margini della manovra in grado di riequilibrare i carichi fiscali saranno stretti. Per questo serve fare scelte serie e non credo sia onesto raccontarsi un altro film: serve scegliere di dare a qualcuno e probabilmente prendere da un’altra parte. Se non si fa così non si va avanti”.